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Antonio Bettoni annuncia un cambiamento di programma. Il previsto intervento di Luigi Berlinguer viene anticipato. Seguirà l'approfondimento "Dirigenza Scolastica e governo della scuola nell'attuale quadro normativo" curato da Anna Armone.

Luigi Berlinguer: vincere la battaglia dell'autonomia

Accolto dal calore di tutti i presenti in sala, apre il suo intervento l'On. Luigi Berlinguer, ex ministro della pubblica istruzione di cui nella breve presentazione, Antonio Bettoni, si dichiara "orfano". Cogliendo subito il richiamo della platea alla stagione riformatrice di cui è stato protagonista, Berlinguer sottolinea che l'autonomia, seppur schiacciata e svilita, resiste anche oggi. È stato difficile, sottolinea, costituzionalizzarla, ma lo si è fatto. È stato difficile istituire il nuovo titolo quinto ma ci si è riusciti, così come si è riuscito a prevedere il Piano dell'Offerta Formativa in tutte le scuole. Ma rispetto a queste riforme faticosamente conquistate, oggi è in atto un'inversione traumatica. Dobbiamo chiederci dunque per Berlinguer, come affrontare quest'inversione avendo per di più un'opinione pubblica contraria, perché ad essa non si è comunicato fino in fondo il valore dell'autonomia. E, a causa di questa mancata comprensione, è più semplice l'attuale svolta autoritaria verso il merito selettivo.

 

Anche nel confronto politico, sottolinea Berlinguer, ed anche a sinistra, manca un'idea profonda del cambiamento che è intervenuto. L'unica forma di lotta messa in atto è una forma di "resistenza", ma noi non dobbiamo resistere, ammonisce, dobbiamo costruire e attaccare. Consapevoli che i nuclei veri del cambiamento esistono già e ci sono centinaia di scuole che lavorano in questo senso. L'autorità, la funzione ispettiva e il bisogno d'ordine, promossi da questo Governo, non sono la strada giusta per il cambiamento.

Ma se vogliamo invertire la rotta, dice Berlinguer, dobbiamo essere consapevoli che nell'opinione pubblica queste parole d'ordine attecchiscono facilmente soprattutto se a sinistra si continua nella semplice difesa dello status quo. Deve emergere invece una linea propositiva per Berlinguer, perché la resistenza è una forma di "conservazione", è l'altra faccia della medaglia della restaurazione in atto. Non riusciamo a far passare l'idea che il Sapere è la maggiore fonte di sviluppo economico e ci arrocchiamo nella difesa della "scuola di tutti", mentre nell'opinione pubblica prevale l'idea che meno studenti ci sono e meglio è.

Dobbiamo pensare ad una scuola adeguata ai tempi, una scuola motivante, senza cattedre, con nuove tecnologie. La scuola deve anticipare il cambiamento, superare la "tecnofobia"; la "rete" ha messo in campo una rivoluzione profonda che ancora non riusciamo a percepire. Non abbiamo bisogno di una scuola ministeriale ma di una scuola flessibile. I paradigmi del lavoro devono entrare nel ciclo educativo, in tal modo nella scuola entrerà il sociale, nel suo senso più profondo. Ma ce la faranno le scuole da sole a sostenere questo processo, si domanda Berlinguer? Di certo, dalla politica non c'è molto da aspettarsi per lui, questi processi verranno dal basso e dimostreranno che nella pratica educativa il cambiamento è possibile. In questa nuova scuola aperta, che rivaluta e amplia la figura del dirigente, non dev'esserci un tempo per lo studio ed uno per il lavoro. In Italia invece, continua Berlinguer, il paradigma dominante resta quello della scuola trasmissivo-gentiliana, continua a fallire il long life learning, non si capisce che la scuola è la mia "casa" e che non si finisce mai di imparare.

Ma se vogliamo davvero un cambiamento, deve cambiare il supporto didattico, il manuale va abolito a fronte della rete. L'organizzazione dunque, diventa decisiva per questo cambiamento e il dirigente scolastico ne è il "Princeps", protagonista indiscusso.

Dobbiamo fare emergere realtà diverse e dimostrare l'inanità della conservazione, bisogna vincere la battaglia dell'autonomia, conclude Berlinguer; se lo fa un dirigente, possono farlo anche gli altri. Sono centinaia gli esempi virtuosi, ma questi dirigenti sono soli, sosteniamoli!

Il video dell'intervento

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