FLC CGIL

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Gianna Cioni, della Segreteria nazionale FLC Cgil, conclude l’iniziativa ringraziando quanti sono intervenuti ed hanno lavorato per la riuscita dell’iniziativa. L’obiettivo è quello di far ritornare protagonisti i lavoratori perché sono loro che producono la ricerca.
La valorizzazione della ricerca è un fatto raro nel nostro paese.
L’INGV è un ente piccolo che è cresciuto in dimensioni e in qualità sia per i suoi risultati di ricerca sia per la sua importanza per il paese.
La crescita è stata rapida e tumultuosa, ora occorre riflettere per mettere ordine e darsi una vera organizzazione. La FLC ha chiesto che si aspettasse la legge di riordino anche per non seguire esempi che si sono dimostrati sbagliati come i dipartimenti del CNR.
Oggi la legge c’è. La FLC ha operato perché fosse migliorata ed oggi chiede che i suoi principi valgano per tutti gli enti di ricerca e non solo per quelli vigilati dal MiUR, come un ordine del giorno recepito dal Governo impegna i ministri a fare.
Anche l’Intesa sulla conoscenza firmata da OO.SS. e Governo impegna il Governo per tutta la legislatura a valorizzare la ricerca, a dare più fondi per le missioni degli enti pubblici, a ridare agli enti autonomia ed al personale che vi opera i diritti senza i quali non si fa ricerca.
Tutto questo vale per l’INGV, per il quale chiediamo più risorse stabili in modo che anche il suo ruolo di tutela e monitoraggio del territorio rispetto ai rischi sismici e vulcanici possa essere svolto nel migliore dei modi con un forte e stabile ancoraggio alla ricerca fondamentale.
L’INGV non ha paura di essere valutato sia per la ricerca che produce sia per il suo ruolo per il Paese.
Sul riordino è fondamentale che anche in questo ente siano definiti momenti formali e sostanziali di partecipazione del personale di ricerca alla programmazione. Le linee generali, le priorità, la missione sono responsabilità del Governo ma la programmazione deve vedere un forte contributo della comunità scientifica interna sia attraverso un Consiglio Scientifico con una forte presenza elettiva di ricercatori e tecnologi dell’INGV (indicativamente il 70%), sia attraverso consigli scientifici delle strutture di ricerca, sia attraverso momenti di incontro di tutti i rappresentanti del personale di ricerca.
Rispondendo ad alcune battute del Presidente, afferma che ben vengano aumenti degli stipendi del personale che opera negli enti, a cominciare da quanti li hanno troppo bassi ed in particolare dai ricercatori che, dopo anni di precariato, entrano stabili con uno stipendio assolutamente troppo ridotto. Ma la responsabilità della situazione attuale non è certo dei sindacati: dove è l’atto di indirizzo che i Presidenti degli enti continuano a ritardare lasciando il comparto con un contratto scaduto da troppo tempo?
Sul precariato, che è sicuramente il problema principale occorre che ciascuno faccia correttamente ed in modo trasparente la propria parte.
La finanziaria 2007 deve essere attuata integralmente: stabilizzazioni per tutti coloro che hanno un contratto stipulato prima del settembre 2006 (che diverrà settembre 2007 con la prossima finanziaria) appena raggiungeranno i 3 anni, tempi determinati per gli atipici, concorsi che premino l’attività di alto livello svolta durante gli anni precedenti.
La finanziaria 2008 deve allargare il fronte del personale stabilizzabile agli atipici (vedi Campagna Perché noi no?), deve far sì che sia normale assumere personale a tempo indeterminato, deve ampliare il numero di concorsi riportandoli ad una effettiva valutazione del merito.
La FLC si sta battendo per migliorare a questo proposito la finanziaria in corso di discussione al Senato e perché, d’ora in avanti, esista un solo tipo di contratto dopo la formazione, la tenure track. Negli enti di ricerca devono essere banditi tutti gli altri rapporti di lavoro e si dovrà arrivare a considerare lavoro, sia pure a termine, anche il periodo della formazione, come dice la Carta Europea dei ricercatori.
Ma all’INGV ed al suo vertice chiediamo di andare avanti nella definizione dei criteri per le priorità nelle stabilizzazioni, che devono essere discussi con le OO.SS., di inserire tutti i tempi determinati nel percorso verso la stabilizzazione e di operare con assoluta trasparenza nei riguardi di tutti gli altri precari: tutti devono avere opportunità per il futuro.
Quindi non devono essere 200 i precari che non vanno a casa, ma 299 + 110.
Grazie a tutti.