FLC CGIL

15:30

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La tavola rotonda del pomeriggio si svolgerà con alcune defezioni. I Ministri Amato e Fioroni sono assenti per sopraggiunti impegni di Governo (nel pomeriggio si vota la fiducia al Governo Prodi) e il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani per motivi di carattere confederale.

Kurosh Danesh, coordinatore del Comitato nazionale immigrate/i della Cgil, introduce i lavori del pomeriggio, chiarendo che il motivo che ha portato la Cgil e la FLC ad organizzare il convegno di oggi è nato durante la prima conferenza sull'immigrazione che la Confederazione ha promosso nel maggio del 2005. Allora c'era un governo di centro destra, c'era (e c'è ancora) la Bossi-Fini: era necessario dare segnali della necessità di cambiamento. Durante i lavori di quella conferenza abbiamo dato degli indirizzi, indirizzi che sono stati ripresi dal programma dell'Unione. Anche gli indirizzi del nuovo governo, che ci auguriamo possa continuare, hanno manifestato una condivisione rispetto quanto da noi rappresentato verso un cambiamento della legislazione. Per la Cgil è diventato adesso urgente fare un ragionamento sul modello di società. Per un sindacato sarebbe stato naturale partire dal mercato del lavoro, abbiamo invece preferito partire dalla persona. Ieri e oggi abbiamo aperto una riflessione sul modello di società sotto il profilo dell'interculturalità.

Alla tavola rotonda partecipano il Ministro della Solidaretà Sociale Paolo Ferrero, il Sottosegretario alla Pubblica Istruzione Letizia De Torre, Enrico Panini Segretario generale della FLC e Morena Piccinini, segretaria nazionale della Cgil.

Morena Piccinini nel suo intervento di apertura ha ricordato che la questione dell'immigrazione non è un fenomeno transitorio, porta una nuova "normalità". Per questo va favorita la partecipazione degli immigrati e delle loro famiglie alla vita sociale: va rimodellato il welfare state, perché l'immigrato non è solo un lavoratore, ma una persona che ha una famiglia. La formazione è fondamentale per l'inserimento lavorativo e una nuova dignità del lavoro, ma anche per offrire alla persona capacità e sicurezza nel dialogo con gli altri e il paese ospitante. La scuola e i luoghi di lavoro sono i posti dell'incontro e della convivenza, per questo è da qui che devono partire progetti di integrazione.

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