FLC CGIL

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L’intervento conclusivo della mattina è affidato a Italo Tripi, segretario confederale della Cgil Sicilia.

Pur essendo per altri impegni arrivato quando i lavori erano già in corso, manifesta grande interesse, e ritiene che sarà informato esaurientemente degli interventi precedenti da Santo Inguaggiato ed Enza Albini. Auspica che per tutti i lavori – anche per quelli dell’impegno politico e sindacale – si possano ridefinire i tempi – più vivibili – al femminile, e si riallaccia all’intervento di Luigina De Santis sulla riforma delle pensioni e le sue conseguenze per le pari opportunità. Il tema della riforma delle pensioni è stato recentemente affrontato dal sindacato con il governo, il cui approccio è soltanto legato ai costi. Tripi ritiene, al contrario, che la questione non vada affrontata solo dal punto di vista economico, ma anche sotto il profilo della tenuta dello stato sociale. Ci sono tante persone non giovanissime, ma non ancora in età da pensione, che si trovano talvolta senza lavoro perché licenziate e non più facilmente occupabili. Ricorda la battuta di D’Alema sulla possibilità di andare in pensione a cinquantasette anni, affermando il suo disaccordo, perché, se vi sono lavori come quello della politica e quello del sindacato che si fanno perché piace farli, certamente vi sono lavori usuranti per i quali non è possibile pensare a tempi sempre più prolungati, e deve necessariamente essere prevista una differenziazione. Manifesta e conferma l’interesse della CGIL per le tematiche della tutela delle donne – che significa tutela per tutti. Sul tema della violenza di genere, e della violenza più in generale, ricorda che il problema della violenza non è solo un problema di organizzazione della società, ma soprattutto un problema di affermazione di una cultura del rispetto per la vita. Osserva che proprio in questo palazzo, sede un tempo dell’inquisizione, venivano condannate al rogo le streghe, oggi si può tenere una assemblea di donne che discute della condizione femminile e delle pari opportunità. Tale progresso rimanda certamente all’impegno di molti, ma anche alla capacità del movimento di produrre risposte in termini di crescita culturale. Oggi la forza che ci viene dall’esperienza rimette il nostro destino nelle nostre mani più di quanto non si possa pensare, e , riferendosi all’azione del sindacato, riafferma la sua funzione importante di confronto immediato e diretto nel trasformare gli obiettivi in punti di vertenzialità, non solo prendendo atto dei problemi, ma approntando soluzioni.

In ordine al tema paneuropeo della cittadinanza attiva, ritiene necessario il confronto e l’elaborazione di quanto sulla strada della parità viene fatto negli altri paesi. Nel confronto con la Spagna, che – a quanto viene detto – nell’arco di due anni supererà l’Italia per il PIL, riflette sulla natura di tanto dinamismo, che oltre che economico è certamente culturale, e che deriva dallo scongelamento della società spagnola dopo il lungo periodo del franchismo, quando si sono affermate linee di pensiero democratiche di sviluppo sociale.

Tripi conclude affermando che le donne hanno molto da dire su come la società debba crescere, ricorda come a questa crescita è dovere di tutti concorrere, ma che chi viene da una condizione di discriminazione ha il primo dovere di intervenire in maniera determinata e determinante per la propria promozione.

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