FLC CGIL

17:00

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E' Luisella De Filippi, della segreteria nazionale della FLC Cgil, a concludere i lavori di questa giornata.

In apertura del suo intervento sottolinea come giungano dalla società segnali forti che richiedono risposte politiche all’altezza dei problemi: la tendenza ad iscrivere i ragazzi che escono dalla terza media a istituti di istruzione secondari in una percentuale molto alta, superiore al 90%, l’alto tasso di conoscenza incorporato ormai in ogni lavoro che rende sempre più difficile distinguere fra lavoro manuale e lavoro intellettuale, la necessità di possedere nuovi strumenti culturali per non assorbire acriticamente modelli di comportamento che la comunicazione mass- mediatica impone, rendono indispensabile fornire a tutti i ragazzi, almeno fino ai 16 anni di età, un livello culturale più alto per garantire i diritti di cittadinanza, la capacità critica, l’autonomia culturale, in sintesi per mettere le basi perché l’autonomia e la libertà possano esercitarsi nel resto della vita.

Anche i fenomeni sociali più preoccupanti, che la cronaca ci offre quotidianamente e che ricadono sulla scuola, spesso priva di strumenti per fronteggiarli, sono oggetto di interventi di emergenza mentre occorrerebbe una progettualità più ampia che sappia parlare al Paese e al suo futuro.

C’è poi il fenomeno della dispersione che più direttamente parla alla scuola e alla professionalità dei suoi docenti, su cui noi vogliamo scommettere, fiduciosi nel grande potenziale che anche le esperienze presentate qui oggi testimoniano.

Il pregiudizio ideologico che molti rappresentano con la necessità di canalizzare in percorsi diversi quegli alunni che dovrebbero possedere intelligenze diverse si può smontare perché non ha fondamento scientifico e i fatti dimostrano che sono invece le condizioni sociali e di contesto scolastico che fanno la differenza. No quindi alla diversificazione dei percorsi, né espliciti né mascherati, si all’investimento delle istituzioni nella scuola che, in caso diverso, non sarà mai spinta a riflettere su se stessa e a cambiare.

Affrontiamo i problemi che oggi appesantiscono inutilmente il lavoro docente per favorire una nuova organizzazione del lavoro funzionale ai nuovi obiettivi.

Rivendichiamo una grande campagna formativa che sostenga i necessari cambiamenti nella didattica, ci aspettiamo un’attenzione della politica sul progetto che deve avere la scuola per quale società del domani.

Rompiamo il silenzio e le timidezze che hanno chiuso finora il mondo della scuola, è necessario promuovere un grande dibattito che muova le sensibilità e motivi l’agire professionale.

Tutto questo non potrà che far bene alla democrazia rivitalizzando la partecipazione e l’interlocuzione istituzionale, da cui rivendichiamo trasparenza delle azioni.

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