FLC CGIL

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È Guglielmo Epifani, Segretario generale della Cgil, a chiudere i lavori di questo importante Convegno.

Esordisce individuando nel Convegno di oggi un ponte ideale tra le celebrazioni del Centenario della Cgil e le iniziative che la Cgil sta predisponendo per ricordare il cinquantenario della morte di Di Vittorio.

Prosegue parlando della straordinaria modernità di Di Vittorio che vive di classicità (Di Vittorio è figlio del suo tempo) e di modernità che è costituita da quegli elementi che vivono ancora oggi dentro la Cgil e sono i tratti della sua identità. Tratti che emergono nel lavoro di Di Vittorio alla Costituente, nella costruzione del Patto di Roma e nella sua attività tra il ’55 e il ’57: la scelta della libertà nella rinascita del sindacato come libera associazione di lavoratori; la progettualità autonoma che trova nel Patto per il lavoro la proposta di una diversa politica economica e sociale; il rapporto con i lavoratori: dall’analisi della sconfitta alla Fiat la necessità della rappresentanza sindacale nei luoghi di lavoro; dalla critica dei fatti d’Ungheria la considerazione che quei metodi antidemocratici allontanano in maniera definitiva le classi popolari da quelle classi dirigenti. La sua posizione autonoma nel dibattito sulla CEE affermava comunque la necessità di una dimensione europea, quella posizione ha aperto la strada alla dimensione europea della Cgil di oggi.

Ma è nel rapporto tra cultura e formazione il tratto più evidente della modernità di Di Vittorio. Sta nelle sue origini il rapporto privilegiato con i temi dell’educazione e della scuola. Nel valore dell’uscita dall’analfabetismo come riscatto ed emancipazione nascono le idee sulla scuola che sono della Cgil di oggi.

Nei brani che sono stati letti nella mattinata, Epifani sottolinea che c’è un’attualità tale che pare di sentire una relazione di oggi circa la precarietà dei lavoratori, l’assenza di aule, la funzione della scuola.

Ci sono tre tratti che uniscono il pensiero di Di Vittorio all’oggi: il valore della scuola statale, la libertà di insegnamento, la scuola come inclusione. Sta in questi principi l’opposizione fatta alla legge Moratti e anche la ragione di agire per il futuro in difesa della laicità della scuola e nel progetto di cambiamento.

Come diffusamente sostenuto nel corso dell’ultimo congresso, scuola, università e ricerca sono il cuore pulsante e decisivo per lo sviluppo e la crescita del Paese. Epifani, sottolinea come la più inattesa e la più importante modernità del pensiero di Di Vittorio sta nell’affermazione del rapporto tra libertà e diritti.

Epifani conclude collegando il pensiero di Di Vittorio alle lotte operaie per la conquista di condizioni dignitose di vita e affermando che per la Cgil pane ed educazione sono sinonimi di diritto di libertà.

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