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Baldina Di Vittorio, figlia di Giuseppe e presidente onoraria di “ Casa Di Vittorio” porta il suo saluto accolta da un calorosissimo e affettuoso applauso. Ringrazia il sindacato dei lavoratori della conoscenza per il convegno e ricorda i forti legami della sua famiglia con la città di Bari dove il padre diresse la Camera del Lavoro. È nella Camera del Lavoro di Bari che nasce nel 1922 suo fratello Vindice, che viene alla luce mentre le squadre fasciste assaltano, respinte dai lavoratori, la Camera del Lavoro nella quale cercavano il padre.

Ricorda molti episodi che hanno segnato la vita di Di Vittorio nel suo rapporto con la cultura: dall’acquisto del vocabolario alla “rivolta del manto”, dalla costituzione del circolo giovanile socialista a Cerignola, che rivendica la scuola serale, alle letture più ampie fatte nel periodo dell’esilio francese.

Di Vittorio ha sempre creduto fortemente che la cultura e il sapere fossero l’elemento dirimente per il riscatto della dignità degli uomini e delle donne, per lo sviluppo di un paese. Si appassionò alla storia del '700 e, in particolare, comprese che al centro della Rivoluzione francese c’era il sapere come fattore di cambiamento per avere una scuola laica e pubblica.

Conclude ricordando come i lavoratori riconoscevano in Di Vittorio il loro rappresentante, l’uomo, il sindacalista che ha saputo con l’esempio riportare alle masse ciò che imparava per sé. Infatti, il sindacato ferrovieri per il suo sessantesimo compleanno gli regalarono un orologio con sopra inciso “otto ore per lavorare, otto ore per riposare, otto ore per istruirsi”.

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