FLC CGIL

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La relazione introduttiva è affidata a Fabrizio Dacrema, coordinatore Formazione e Ricerca della Cgil,il quale ricorda che per riprogettare il paese la CGIL propone una forte valorizzazione dei corpi intermedi, la promozione di processi di cambiamento basati sulla partecipazione sociale, il coinvolgimento dei soggetti interessati, il consenso attivo.

Il modello di democrazia partecipata che la CGIL persegue implica un ruolo forte dei soggetti della rappresentanza sociale per battere la cultura della rassegnazione, della corporativizzazione, della disgregazione sociale e per affermare la centralità del lavoro e dei suoi diritti.

Questo modello è radicalmente alternativo al modello di democrazia plebiscitaria del governo che nega il ruolo del sindacato e delle rappresentanze sociali, attacca le autonomie funzionali e locali.

Il modello di democrazia partecipata è anche volto a superare i limiti del riformismo e della mancanza di consenso sufficiente a realizzare le riforme.

Per queste ragioni nel programma della conoscenza abbiamo scelto di non partire da nuove riforme ordinamentali complessive, ma di innalzare l’obbligo scolastico e di promuovere processi di cambiamento in cui le scuole e i territori siano protagonisti dei processi di trasformazione.

Per questo è fondamentale valorizzare e investire nell’autonomia scolastica come motore del cambiamento, attraverso la diffusione delle migliori pratiche e la costante verifica dei risultati.

Occorre, quindi, dare pieno sviluppo all’autonomia scolastica, nel quadro della riforma del Titolo V e delle nuove prerogative delle regioni e degli enti locali per promuovere le reti territoriali della partecipazione, la rete del scuole per potenziare l’efficienza e l’efficacia dell’offerta formativa, le reti della conoscenza tra università, ricerca, mondo del lavoro e autonomie locali finalizzate al riposizionamento qualitativo della nostra economia.

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