FLC CGIL

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Franco Buccino, Segretario generale della FLC Cgil Campania, apre i lavori del convegno.

"Benvenuti tutti: le colleghe, i colleghi, le compagne, i compagni, al convegno nazionale che si apre stamani al Castel dell’Ovo. Come saprete, al destino del Castello è legato il destino dell’intera città di Napoli e perciò esso è il simbolo massimo della città.

Proprio sette anni fa, nel novembre del 1998, si svolse un altro convegno sull’autonomia scolastica, a Palermo nel Palazzo dei Normanni. Napoli risponde col Castel dell’Ovo: una risposta adeguata in termini architettonici, storici e culturali. Speriamo che sia un convegno altrettanto importante per Proteo Fare Sapere e per la nostra organizzazione, che allora era ancora la CGIL Scuola, oggi è la FLC CGIL. Il respiro ampio della nuova organizzazione, che ormai tutti conoscono, lo coglierete dalla discussione stessa del tema oltre che dalla presentazione che ci sarà - domani pomeriggio - del nostro programma.

Al convegno di Palermo arrivammo dopo un lungo percorso, durante il quale avevamo puntato sull’autonomia scolastica nella nostra elaborazione e nelle nostre speranze di persone di scuola. Eravamo giunti alla stessa conclusione partendo da più versanti:

- quello politico-organizzativo con la dirigenza scolastica, più adeguati strumenti contabili, una nuova filosofia dei servizi, un maggiore equilibrio di poteri all’interno della scuola con diverse forme di rappresentanza, un riassetto della rete scolastica, un rapporto profondamente mutato con l’Amministrazione scolastica e con il territorio;

- quello contrattuale con un passaggio rivoluzionario alle regole della cosiddetta privatizzazione del lavoro pubblico;

- quello didattico-professionale, soprattutto: costruire hic et nunc il progetto dell’offerta formativa, esercitare con meno ambiguità la libertà d’insegnamento (ricerca e sperimentazione incluse).

Sono i grandi temi, i grandi processi che si concretizzano, s’innestano, si incrociano nella scuola autonoma.

Da allora ci sono stati significativi e profondi cambiamenti: potrei citare il piano di dimensionamento della rete scolastica, o istituti contrattuali come funzioni strumentali e funzioni aggiuntive, o la contrattazione d’istituto tra due soggetti: il dirigente scolastico e le RSU, ma conta più parlare dei docenti alle prese con l’autonomia didattica e organizzativa, con la programmazione e la progettazione. L’autonomia è divenuto un abito mentale, una cultura, che porta tutti, o quasi, a misurarsi nella scuola con la collegialità se non con la cooperazione.

Tante cose sono andate male, o sono rimaste incomplete, o sono rimaste sulla carta.

Contraddittoriamente le scuole autonome hanno tentato di liberarsi dell’opprimente tutoraggio dell’Amministrazione scolastica, senza scegliere la strada delle reti e dei consorzi; non si è proceduto con il sistema di valutazione e la valutazione d’istituto; non si è messo mano all’organico funzionale, alla riforma degli organi collegiali territoriali.

Eppure, chi vorrebbe tornare indietro alle circolari, ai presidi, a scuole senza RSU, ad accordi recepiti con decreti ministeriali anziché contratti? La verità è che l’autonomia è divenuta irrinunciabile, è entrata nel dna delle scuole. Ogni riforma scolastica, passata, presente ed anche futura dovrà fare i conti con le scuole autonome. Si illude chi pensa di farle passare sulla loro testa.

Anche l’autonomia ha il suo tallone d’Achille, e sono le risorse. Tagliare o ridurre drasticamente le risorse significa uccidere l’autonomia. Non c’è maggiore ipocrisia di chi in questi anni, continuando a tagliare organici e risorse, si affida all’autonomia delle scuole (all’”autonoma capacità delle scuole di…”) per realizzare i suoi discutibili, a volte inconfessabili, progetti. A Napoli e in Campania è stato abbondantemente superato il livello di guardia: abbiamo scuole nelle quali, per lo striminzito tempo scuola e per il ridotto organico dei docenti e del personale ata, quasi non c’è più esercizio di autonomia.

Nel nostro Convegno qui a Napoli c’è da discutere di parecchie cose. Bisogna trovare ed indicare prospettive. Occorre riprendere discorsi interrotti, istituti dell’autonomia che non hanno funzionato o che non sono stati accettati, senza nascondersi ogni volta dietro il paravento della Moratti. Allora è necessario affrontare questioni come valutazione, dotazione organica funzionale, la rete, l’associazione di scuole e la loro rappresentanza, la natura della dirigenza scolastica, i collegi dei docenti e le RSU, gli organi collegiali territoriali, il completamento e la verifica della riforma dell’Amministrazione scolastica.

Sempre considerando l’autonomia scolastica in un contesto di autonomie, a cominciare dagli Enti Locali. La nostra autonomia è andata in porto solo quando ha incontrato e si è integrata con le altre autonomie. Autonomia/autonomie s’intitolava il convegno di Palermo, Autonomia/Autonomie s’intitola il convegno di Napoli.

Ed è per questo che a dare l’avvio ai nostri lavori abbiamo Lello Porta, che è l’Assessore all’Educazione del Comune di Napoli. L’assessore appartiene anche alla grande famiglia dei Lavoratori della Conoscenza perché è docente della Federico II, e soprattutto mi piace qui presentarlo come il padre di una riforma che sta per realizzarsi nella nostra città: il passaggio dalle Circoscrizioni alle Municipalità, che a me sembra voglia dire, a proposito di autonomia, il passaggio da un ambito amministrativo a un livello di maggiore democrazia e partecipazione dei cittadini.

La parola a Lello Porta."