FLC CGIL

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Le conclusioni dei lavori sono affidate a Guglielmo Epifani, Segretario generale della CGIL.
"Il convegno di oggi si inserisce a pieno titolo dentro la proposta della Cgil. E’ un tema rilevante per le famiglie, per i bambini, per i lavoratori, ma si svolge nell’indifferenza della società.
La relazione di Morena Piccinini è stata costruita con un lungo lavoro e uno stretto rapporto con le categorie e i territori. Essa assume il tema delle politiche per l’infanzia come prototipo dei guasti dell’azione governativa che è stata caratterizzata dalla natura ideologica del programma e dall’incoerenza tra questa natura ideologica e i risultati pratici ottenuti; da tale incoerenza è risultato di conseguenza un suo sostanziale fallimento.
Il fallimento porta a due guasti: il permanere dell’impianto ideologico e il fatto di dover ripartire da zero, essendo le risorse state sperperate nel frattempo.
Il problema oggi è più grave e più profondo. Rimarrà un solo provvedimento: la detraibilità delle spese per gli asili nido privati: intervento che è a sostegno di pochi, a favore del privato, a vantaggio dei redditi medio-alti.
L’angolo di visuale che assumiamo noi è quello della soggettività del diritto di ogni bambino/bambina. La battaglia per i diritti completa qui il suo cammino. Questo ci consente di mettere ordine nei rapporti tra bambino/famiglia/rete dei servizi: assumere la soggettività dal punto di vista dei bambini significa riconoscere che se i servizi liberano le donne verso il lavoro, questo viene tuttavia in seconda battuta, dopo il riconoscimento del diritto dei bambini ad avere spazi di crescita e di socialità.
La domanda sociale di servizi tende a crescere, mentre l’offerta di servizi non corrisponde alla domanda, soprattutto in alcune aree del paese. La battaglia per ampliare i servizi incrocia anche lo sviluppo del paese. Non solo i servizi producono più ricchezza per il paese rispetto all’industria, ma l’industria stessa cresce attraverso i servizi e anche attraverso i servizi legati alla persona. Il reddito più alto è dei paesi che investono di più nelle politiche per l’infanzia. Non c’è sviluppo se insieme non si usa la leva dei servizi pubblici come leva per la crescita.
C’è uno stretto rapporto tra diritti e domanda sociale e bisogna riportare il problema dei servizi all’interno delle scelte di politica economica e sociale. O si ricostruisce la filiera qualità dell’offerta-diritti degli operatori, o si determina un cortocircuito per cui o si avrà meno offerta, oppure i lavoratori avranno meno diritti (niente contratto, aumento delle forme anomale di lavoro).
Che fare, allora?
Il tema di oggi rientra tra le priorità del lavoro della Cgil in vista del nuovo congresso.
Alla discussione ci sono quattro obiettivi: lotta alla precarietà, patto fiscale per recuperare risorse per i servizi, anziani non autosufficienti e politiche verso l’infanzia 0/6 anni.
Non c’è contraddizione: si tratta di tenere insieme il primato dei beni fondamentali delle persone e lo sviluppo del paese.
Abbiamo la responsabilità di essere un soggetto attivo nella trasformazione delle politiche per ricordare, al centrodestra e anche al centrosinistra, che nel nostro paese c’è un problema di risorse, ma c’è anche un problema culturale.
Le vere priorità sono i diritti delle persone e lo sviluppo del paese, perché si deve crescere non lasciando per strada nessuno."

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