FLC CGIL

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Ad Alessandro Pazzaglia, Segretario generale FLC Cgil della Toscana, il compito di aprire i lavori: "Il convegno di oggi si colloca all’interno di una serie di iniziative che nel mese di gennaio e febbraio, come FLC e Cgil nazionale, abbiamo realizzato in varie città italiane per analizzare alcuni aspetti della proposta programmatica presentata alla Sapienza di Roma il 19 ottobre del 2004.

L’analisi della proposta programmatica ha coinvolto il gruppo dirigente della FLC, le RSU, una parte significativa degli iscritti, si sono sviluppati incontri e confronti con i movimenti, in alcuni casi con i partiti e con le Istituzioni pubbliche al fine di alzare l’attenzione sui temi della conoscenza, ricevere tutti i contributi possibili e dare senso e fondamento democratico alla nostra proposta su scuola, formazione, università e ricerca che sarà compiutamente presentata a Roma il 10/11 Marzo nella Conferenza di programma. Oggi affronteremo il tema dei lavori nei settori della conoscenza. Per affrontare tale tema mi sembra opportuno introdurre tre considerazioni.

La prima considerazione è che il ruolo della conoscenza oggi è fondamentale. Non si può guardare al futuro se non si parte dalla constatazione che lo sviluppo degli apprendimenti, dei saperi, delle conoscenze è una necessità.

La seconda considerazione è che l’uso e la destinazione delle risorse della conoscenza non sono neutri.

La terza considerazione è che i luoghi della produzione, creazione e trasmissione della conoscenza devono operare nella dimensione pubblica, con assunzione di responsabilità diretta dello stato.

In tale contesto fondamentale diventa il lavoro nei vari settori della conoscenza, negli asili nido, nella scuola pubblica e privata, all’università, nella ricerca, nelle esperienze della formazione professionale, dell’educazione degli adulti, dell’educazione permanente.

Oggi, nel nostro paese, lo status e il ruolo che di fatto sono riconosciuti ai lavoratori dei settori della conoscenza sono di gran lunga inferiori rispetto a quello che dovrebbe essere.

Per i lavoratori della conoscenza c’è una condizione di lavoro caratterizzata da un profondo disagio, dove l’elemento del precariato e della riduzione dell’organico in tutti i lavori e in ogni settore comincia ad avere dimensioni molto preoccupanti. Per tali lavoratori c’è scarso riconoscimento professionale, scarso riconoscimento economico, scarso riconoscimento sociale.

C’è quindi una necessità non più rinviabile di porre un freno a tale processo di destrutturazione e di svalorizzazione del lavoro e creare le condizioni per un’inversione di tendenza. Questo seminario e la prossima Conferenza rappresentano, ciascuno per la sua parte, un’occasione importante.

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