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G. Zunino - dalla presidenza del convegno - ricorda che, allegati alla Sperimentazione avviata in questo anno scolastico, ci sono documenti che rappresentano il vero attacco culturale alla nostra scuola dell’infanzia, elementare e media. Chiede a Susanna Mantovani di fornire un contributo al fine di aver chiari quali sono i contesti educativi che devono essere garantiti ai bambini per far in modo che l’anticipo non si trasformi per loro in una truffa.

Susanna Mantovani, docente dell’università di Milano Bicocca,

chiarisce subito la sua posizione che la pone decisamente in disaccordo con il metodo usato nella stesura della legge delega e con l’idea di bambino e di scuola che ne emerge. Non si ritrova però completamente negli interventi che l’hanno preceduta. Le Indicazioni per la scuola dell’infanzia sono povere, criticabili, ma nell’impianto non trova nulla di cui scandalizzarsi. Esprime invece forte preoccupazione per l’anticipo. Dietro all’anticipo non vede tanto un modello assistenzialistico, bensì un modello anticipatario. L’argomento fondamentale è invece creare i contesti di apprendimento in cui i bambini abbiano il controllo della propria attenzione. Questa visione accelerata del bambino e dell’apprendimento è la cosa che preoccupa di più. Ritiene debbano essere garantiti l’esplorazione, il gioco in un ambiente che stimola che ha provocazioni per lo sviluppo dell’intelligenza, del linguaggio, attraverso un’esperienza ricca in un contesto fortemente stimolante. C’è invece un’idea di competenza in cui bisogna il prima possibile mettere nella testa del bambino più informazioni. Per quanto riguarda il rapporto numerico adulto –bambini non dobbiamo pensare a qualcuno di minor livello con funzioni essenzialmente assistenzialistiche, che farebbe diminuire il rapporto ma non garantirebbe la qualità educativa. Pone al sindacato una questione: la legge dice che la scuola dell’infanzia è triennale. Si domanda: se il bambino entra a due anni e mezzo è obbligato ad uscire a cinque anni e mezzo? E poi: chi saranno i bambini che andranno alle elementari prima? Quelli che si iscriveranno dopo, usufruendo anche del posticipo, sono i bambini con difficoltà linguistiche e di apprendimento? Aggiunge due parole sulla sperimentazione: per conoscerne gli effetti reali ci vogliono alcuni anni, diffida di chi dice che va tutto bene senza avere dati. Per quanto riguarda la proposta del docente tutor non esprime contrarietà. Afferma di non aver mai amato i moduli, di aver visto spesso problemi di funzionamento. L’insegnante tutor individuabile nella sua responsabilità, ma nello stesso anche capace di costruire un gruppo compatto e coeso. Anche per la compilazione del portfolio non vi deve essere un’unica azione da parte del tutor. Si dovrebbe fare come nella redazione di un giornale: un redattore capo ma non un redattore unico. Nei documenti relativi alla scuola elementare c’è una forte contraddittorietà con i contenuti delle Indicazioni e Raccomandazioni per la scuola dell’infanzia. La contraddizione di fondo è quella riferita al rispetto dei tempi di apprendimento dei bambini che si autonega con l’inserimento anticipato alla scuola elementare, attuato con risorse che non vengono date, dando ai genitori l’idea che è meglio per il bambino andare più in fretta piuttosto che “crescere bene” .