FLC CGIL

11:30

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Si parte con gli interventi. Tocca a Ester Longobardi, insegnante elementare di Napoli:

La prima testimonianza della giornata arriva da Napoli. Con un brevissimo ma intensissimo intervento la maestra Longobardi ha espresso la sua preoccupazione per i bambini e le bambine sia della scuola elementare che della materna che avranno una scuola peggiore.Si buttano a mare le migliori esperienze della scuola elementare, quelle che il mondo ci invidiava con insegnanti dimezzati, anche nei posti di sostegno, e il ritorno alla maestra tuttologa. Lo stesso vale per la materna. Con l’anticipo a due anni e mezzo ci saranno problemi, non solo di strutture e personale, ma soprattutto di progettazione pedagogica e didattica, con buona pace delle sperimentazioni Ascanio e Alice.

Prende la parola Riccardo Badino, Dirigente scolastico di Savona:

Questo governo ha aggregato un blocco sociale che garantisce ancora un consenso ampio, anche nelle famiglie vicine a noi, ai nostri valori. Per la scuola non c’è solo il eur9.jpg (65520 byte) problema grave dell’impoverimento, c’è una voglia di rivincita ideologica, della scuola come veicolo di consenso. Da qui questa nuova prassi di controllo strisciante sulle scuole, a partire dai dirigenti scolastici. Per questo ci aspetta un lavoro duro e consistente. Non abbiamo tanta forza sui mezzi di comunicazione, ma abbiamo la forza dello stare nelle scuole ogni giorno. Dobbiamo dire alto e forte quanto costa la scuola, se la vogliamo garante vera di diritti.

Alvise Scarpa, docente di Venezia. RSU

Si deve aumentare l’iniziativa e la visibilità della proposta sindacale. I temi sono tanti. Se in febbraio si chiuderà il contratto, ci saranno le assemblee unitarie: bisogna fare attenzione che questo contratto non venga considerato, soprattutto da quelli che non lo firmeranno, uno scambio tra salario e tagli. Tutta la vicenda sarà di difficile gestione e si dovrà trovare un coordinamento nazionale tra tutte le iniziative e le vertenze locali. Altro argomento su cui sviluppare l’iniziativa è la legge delega. Dobbiamo essere in grado di parlare a tutto il mondo del lavoro della scuola, anche per sfatare una serie di luoghi comuni sugli insegnanti che lavorano poco ecc. Poi c’è un problema che rischia di spaccare il movimento sindacale: il referendum sull’art. 18. E’ necessario essere preparati anche sulla base di un ragionamento confederale.

Claudia Pratelli – UDS

Non ci sono parole per descrivere la devastazione che porterà questa politica del governo, c’è una netta logica classista nella fine dell’obbligo scolastico come negli altri aspetti. E non dobbiamo dimenticare qui il problema dell’edilizia scolastica. Anche qui ci sono negazione di diritti e discriminazioni, a partire dagli studenti più deboli, dai disabili. E noi vogliamo riformare gli organi collegiali, non vogliamo distruggere questa esperienza. Ancora, gli studenti non hanno ancora chiaro cos’è la devoluzione. Noi dobbiamo combattere la stessa idea di scuola regionale. Costruiamo assieme idee percorsi e iniziative.Non solo impegno organizzativo, ma lavoro comune nelle scuole, percorsi politici a partire dalle scuole, insistendo sui diritti, sui saperi, sui metodi di insegnamento. Ed è un imperativo morale pensare la scuola come luogo di costruzione della pace, di una cultura della pace.

Patrizia Di Franco, insegnante di scuola media

Abbiamo assistito, nei tanti atti di governo, a una vera progressiva destrutturazione del sistema scolastico pubblico. Il sistema che viene proposto è un sistema che rafforza i forti e colpisce i deboli. Noi stiamo lavorando per un sistema che cerca di affrontare i nodi della scuola attuale: dimezzare i tassi di abbandono, ridurre il divario scolastico tra uomini e donne. Sono obiettivi europei che richiedono un impegno di tutte le componenti della scuola.La scuola pubblica non è un bene come altri, ma la condivisione della cittadinanza in una società veramente civile.

Rosanna Verna, ATA Lanciano

Parla a nome degli ATA, in particolare degli assistenti amministrativi, ed esprime preoccupazione sullo stato della scuola dell’autonomia che non ha gambe per camminare. Il pesante taglio degli organici colpisce soprattutto gli ATA i cui carichi di lavoro sono aumentati moltissimo, visto che è passata alle scuole parte dell’attività dei provveditorati. Sarebbero necessari corsi di formazione, ma questi vengono messi a carico del fondo di istituto e se le disponibilità si riducono è chiaro che per la formazione non ci sarà spazio. Si è contato molto sul contratto di istituto, ma in molte scuole della sua regione il contratto non c’è. Propone che si stabilisca un termine entro il quale si deve stipulare e far applicare il contratto di istituto. Ribadisce fortemente, poi, il concetto della riqualificazione del personale: è la condizione che permette di non perdere il proprio posto di lavoro.

Roberto Lovattini – ins. Elementare – Piacenza

La scuola è uno spazio fondamentale per mettere le persone in relazione con le trasformazioni globali che ci investono. Ma deve essere una buona scuola pubblica. E per me la parola d’ordine è: coinvolgere, coinvolgere, coinvolgere. Perché non basta partecipare a Porto Alegre, a Firenze, ecc. Ma dobbiamo portare questi contenuti nel nostro lavoro quotidiano, nelle scuole. Dobbiamo coinvolgere le persone, i singoli insegnanti, i singoli dirigenti. LA CGIL tutta deve essere coinvolta, perché la scuola non è cosa di chi ci lavora. La guerra mette tutto in discussione. Se ci sarà la guerra dobbiamo proclamare lo sciopero generale, una cosa non estremista, ma forte e convincente.

Abbiamo cominciato a raccogliere, durante gli interventi dal palco, le prime impressioni dei presenti:

Antonella, insegnante elementare di Arezzo

Di questa giornata? Un’impressione positiva come sempre quando si fanno queste iniziative. La riduzione della scuola pubblica a merce è inaccettabile; la scuola è la base di tutto e come tale deve essere difesa.

Pino insegnante scuola superiore Milano

La CGIL è l’unica organizzazione che oggi ha credibilità per mettere insieme tante persone e fare iniziaitive come dimostra questa giornata. Il 12 aprile sarà una scadenza importante perché c’è in campo la Confederazione, ma è una scadenza troppo lontana…occorrerebbe fare qualcosa subito.

Franca, DSGA di Lucca

La Cgil Scuola, finalmente, dopo un duro anno di lavoro è riuscita a coinvolgere la Confederazione che ha assunto la scuola pubblica come uno dei diritti fondamentali non negoziabili e da difendere.

Maria, insegnante scuola dell’infanzia Puglia

Sono un insegnante della scuola dell’infanzia; non sono iscritta alla Cgil, ma dovendo venire a Roma per questioni personali e sapendo dell’iniziativa indetta dalla Cgil Scuola sono venuta fino all’Eur per capire. Con piacere ho constatato che la CGIL come nessuna altra organizzazione sindacale ha veramente a cuore la scuola e spero che iniziative come questa continuino ad esserci per garantire ai nostri figli un futuro migliore. A domanda rispondo ..che mi avete convinto proprio e che mi iscriverò alla Cgil scuola.

Riprendiamo con gli interventi

Patrizia Carnevale, Isernia

Sembra che le forze della natura si siano date appuntamento in Molise. Ma dice un nostro poeta che noi molisani sbattemmo la testa contro la roncola e fu la roncola a rovinarsi. E tuttavia è stato difficile per la Cgil fare da cuscinetto tra i comitati dei genitori e le istituzioni assenti. Ancora oggi mancano piani precisi e interventi pluriennali e nella finanziaria non c’è traccia di un piano per l’edilizia scolastica. Sembra invece che per i danni di una tromba d’aria ad Arcore si sia corsi subito ai ripari! E dobbiamo anche insistere sulla tutela della legalità, siamo l’unico sindacato che coniuga tutela del lavoro e difesa della scuola. E’ per questo che abbiamo accresciuto il consenso, tanto che ormai siamo sul filo di lana con la Cisl.Abbiamo saputo andare oltre le chiusure della categoria e avere un rapporto creativo con gli studenti. E proprio oggi possiamo anche annunciare di avere vinto i ricorsi sulle ricostruzioni per gli Ata degli neti locali. Questo governo ha disegni perversi. Contro il neocentralimo dobbiamo difendere l’autonomia,. Dobbiamo farci portatori di queste istanze. Sbatteremo la testa contro la roncola, ma ancora una volta sarà la roncola a rovinarsi.