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Iniziative negli Atenei contro il DDL Gelmini

I ricercatori sospendono la didattica.

04/03/2010
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Man mano che procede in Senato l’iter di discussione del DDL Gelmini sull’Università, si moltiplicano le iniziative di discussione e di protesta.

Come ricordato nell’iniziativa FLC tenutasi il 2 marzo alla Sapienza di Roma, il cui resoconto è sul sito, i più colpiti in assoluto dal provvedimento saranno ricercatori e precari.

In diversi Atenei i ricercatori stanno discutendo della decisione di sospendere le didattica, mentre si moltiplicano le prese di posizione di molti Organi accademici.

Vorremmo dare voce e visibilità a tali prese di posizione: chiediamo a tutti di farci avere comunicati su quanto accade negli Atenei, in modo da poterlo pubblicare sul sito.

Per intanto, seppure in ritardo, pubblichiamo un comunicato dei ricercatori di Scienze MFN della Federico II di Napoli, che hanno deciso l’astensione dalla didattica.

Roma, 4 marzo 2010

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ASSEMBLEA RICERCATORI DI FACOLTÀ SCIENZE MFN

I sottoscritti ricercatori della Facoltà di Scienze MFN dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, riunitisi in assemblea il giorno 11 dicembre 2009 per discutere del Disegno di Legge contenente Norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonchè delega al Governo per incentivare la qualità e l’efficienza del sistema universitario, presentato al Senato con atto N. 1905, esprimono crescente apprensione e preoccupazione per le scelte che il governo annuncia di voler intraprendere in relazione alla riforma dell'Università italiana.
I contenuti del DDL, che avranno maggior impatto sui ricercatori, sono:

  • La scomparsa del ruolo ricercatore a tempo indeterminato, sostituito da un contratto di ricercatore a tempo determinato (3+3); le uniche due figure con contratto a tempo indeterminato saranno i professori associati e ordinari.

  • L’assenza di credibili meccanismi per risolvere il problema del precariato, stante la coesistenza, insieme alla figura del ricercatore a tempo determinato di tutte le altre forme contrattuali pre-ruolo.

  • Il confinamento per gli attuali 25500 ricercatori in una sorta di limbo da cui sarà molto difficile uscire. Infatti, alle vigenti limitazioni del turn over, si aggiunge la previsione di riservare fino all’80% dei futuri posti di professore associato ai ricercatori a tempo determinato.

  • La revisione infine del trattamento economico dei professori e ricercatori già in servizio, con la trasformazione degli scatti biennali in triennali e l’eliminazione della ricostruzione di carriera per i docenti assunti ai sensi del DDL.

Le norme prefigurano dunque un inevitabile conflitto tra le legittime aspettative di carriera dei ricercatori in ruolo e la necessità di favorire l’ingresso dei giovani ai ruoli accademici.
Le regole e i vincoli posti dal DDL appaiono, oltre che eccessivamente cavillosi, fortemente discriminatori e iniqui nei confronti degli attuali ricercatori che, entrati per concorso in un ruolo interamente dedicato all’attività di ricerca, oggi svolgono, oltre ai compiti di didattica integrativa loro preposti, anche i compiti aggiuntivi che nel corso degli anni si sono resi necessari per sostenere l’offerta didattica delle Facoltà. Tale contributo all’attività di docenza appare d’altra parte istituzionalizzato nelle indicazioni contenute nella circolare ministeriale del 4/09/09, prot. N. 160, circa la ridefinizione dei requisiti minimi dei corsi di laurea, dove è disegnato uno scenario nel quale i ricercatori costituiscono circa il 40% del corpo docente, assumendo i doveri dei professori senza
goderne diritti e prerogative. Pur condividendo l’esigenza di una profonda riforma del nostro sistema universitario, crediamo che questa non possa e non debba avvenire a scapito delle giovani generazioni e di noi ricercatori. L’università non si riforma a costo zero,
senza cioè un rilancio dei finanziamenti, che sono ancora lontani dai livelli degli altri Paesi OCSE.

Pertanto i ricercatori presenti decidono di avviare una protesta, alla quale invitano i colleghi tutti ad aderire, che prevede già dal prossimo mese di Gennaio di:

  • non accettare di svolgere gli incarichi didattici diversi da quelli cui sono tenuti per la legge in vigore;

  • non partecipare alle commissioni di laurea.

ASSEMBLEA RICERCATORI DI FACOLTÀ SCIENZE MFN