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Salvare la ricerca pubblica italiana

La FLC invita i ricercatori, il personale tecnico amministrativo e l’opinione pubblica tutta a partecipare e sostenere la manifestazione del 30 marzo al CNR

23/03/2006
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La FLC nel suo Congresso costituente ha ribadito

  • la necessità di finanziare la ricerca, rilanciando la ricerca di base e garantendo continuità all’investimento,

  • l’urgenza di un piano pluriennale di reclutamento di giovani ricercatori e tecnici,

  • l’importanza dell’autonomia della ricerca che si esprime con la partecipazione dei ricercatori, riducendo l’invasività dei poteri centrali, a tutti i livelli di programmazione dell’attività scientifica degli enti e del sistema di ricerca,

  • l’obbligo di costruire un sistema di valutazione scientifica, terzo, riconosciuto, autorevole ed indipendente,

  • la necessità che i presidenti degli enti siano nominati in modo trasparente sulla base di criteri di validità scientifica e con la partecipazione della comunità interna.Tutto ciò in assoluta discontinuità con quanto avvenuto in questi anni, sia per le leggi del Governo, sia per il modo di operare della maggior parte delle Presidenze degli enti.

Il CNR è stato ridotto ad una azienda con un modello organizzativo che non funziona: proprio negli ultimi giorni della legislatura si è scelto sciaguratamente di accelerare il processo di riordino della rete degli istituti allo scopo di rendere stabile questo modello (e di sistemare nelle posizioni di potere persone di dubbia competenza ma di sicura fedeltà politica).

Analogamente nel CRA si sta per procedere ad un riordino senza alcuna chiarezza sui metodi e sugli obiettivi.

L’INAF, e la ricerca astrofisica, grazie anche alla politica “di risparmio” dell’ASI, si trova in una situazione di eclissi che rischia di essere perenne: la Presidenza dell’Ente si dimostra inerte ed accetta quello che di fatto è un commissariamento da parte degli ispettori del Ministro Tremonti.

L’INFM è stato ucciso e il suo modello, basato su una forte autonomia scientifica, tanto lodato paradossalmente perfino da questo Governo, non esiste più.

L’INRiM nasce senza il diritto di opzione al personale ed accetta senza problemi che numerosi ricercatori stiano parcheggiati nell’ente perché le loro competenze scientifiche e la loro attività nulla ha a che fare con la missione del nuovo ente.

L’INSEAN rischia la chiusura perché non riceve più finanziamenti da uno dei ministeri vigilanti, quello delle infrastrutture.
L’Accademia dei Lincei ha prodotto un documento in cui si denuncia lo stato di abbandono della ricerca da parte della politica e si chiede una urgente inversione di tendenza.

Nell’INAF la FLC, cogliendo l’occasione dell’eclissi del 29 marzo, dopo avere chiamato alla mobilitazione tutti i lavoratori dell’ente, intende far giungere al Paese l’appello alla difesa della ricerca astrofisica.

Per tutti questi motivi riteniamo che la mobilitazione di cui siamo promotori possa trovare un importante momento di visibilità e di coagulazione nella manifestazione indetta dall’Osservatorio della ricerca per il 30 marzo di fronte al CNR, alla quale rinnoviamo l’invito a partecipare massicciamente.

La FLC ritiene che non ci sia più tempo da perdere e chiede che ciascuno si assuma le proprie responsabilità, a cominciare dal governo che uscirà dalle prossime elezioni.

Roma, 23 marzo 2006