ISPRA: l’Ispettorato per la Sicurezza Nucleare e la radioprotezione non può nascere! Troppi ritardi e incertezze sul suo funzionamento e per i lavoratori
Diffida unitaria contro ISPRA e ISIN per impedire che si proceda con improvvisazione alla costituzione dell’Ispettorato.
L’ispettorato per la Sicurezza Nucleare e per la Radioprotezione (ISIN), previsto dal decreto legislativo n. 45/2014, è l’Autorità Nazionale di regolamentazione del settore nucleare. Ad oggi tuttavia l’Ispettorato non è ancora operativo e le sue funzioni sono svolte dall’ISPRA. Si tratta dell’autorità che dovrà occuparsi del "decommisioning" nucleare, in applicazione delle disposizioni trasferite nell’ordinamento nazionale della direttiva Euratom recante misure per migliorare la sicurezza nelle diverse fasi di vita degli impianti nucleari, tra cui la fase di disattivazione. Tema che interessa in particolare il nostro Paese impegnato nella complessa procedura di localizzazione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi.
L’ISIN, il cui decreto istitutivo risale al 2014, nonostante sia nato, continua ad oggi a non decollare, a causa dell’improvvisazione con cui il Ministero dell’ambiente ha dato il via alla sua fase costitutiva e dell’approssimazione con la quale stanno procedendo i soggetti titolati al perfezionamento della sua nascita. Infatti, questa deve avvenire per gemmazione dall’ISPRA, attraverso il trasferimento di compiti, funzioni, strumentazioni e personale dall’ex dipartimento NUC di Ispra al costituendo ISIN.
Ma ad oggi i punti di chiarezza con il quale questo trasferimento deve avvenire non sono chiari: quante risorse? quale personale interessato? quali professionalità? quali strumenti di tutela per il personale coinvolto?
Ma soprattutto non è chiaro quale sarà la governance del nuovo Ente? Lo Statuto su cui si regge oggi l’Ispettorato è assolutamente farraginoso e insufficiente a definire con chiarezza gli ambiti di funzionamento, il piano di fabbisogno, il modello organizzativo con il quale dovrà operare. Insomma, uno statuto al momento troppo farraginoso e l’assenza di regolamenti di organizzazione e del personale, ci fanno pensare che a queste condizioni, stante i compiti che sono assegnati all’Ispettorato e la delicatezza degli argomenti trattati, sarebbe bene che non si procedesse a nessun trasferimento di competenze e di personale, prima di aver chiarito le problematiche richiamate.
Per questo la FLC CGIL, insieme alle altre sigle sindacali, ha inviato al Direttore dell’ISIN e al Direttore generale dell’ISPRA, e per conoscenza ai Ministeri dell’Ambiente e a quello dello Sviluppo Economico, la diffida a non procedere a nessun trasferimento a partire dal prossimo 1 luglio 2018, come paventato nel corso dell’ultimo incontro avuto con le Organizzazioni Sindacali. Troppi ancora gli elementi di incertezza che vanno chiariti.
L’ISIN è uno strumento troppo importante per la sicurezza nucleare di tutto il Paese per nascere con tanta sciatteria!
L’Italia non se lo può permettere. La politica e il governo battano un colpo.