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ENEA: concluso il confronto sul lavoro a distanza

Creatività alle stelle: nasce una nuova modalità di lavoro a distanza non prevista dal CCNL 19-21: “il lavoro agile con rilevazione volontaria della prestazione oraria”.

18/10/2024
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Nel tavolo dell’11 ottobre 2024, l’amministrazione ha concluso il confronto sui criteri generali relativi all’applicazione in ENEA del lavoro a distanza.

Prima di entrare nel merito del confronto su questo tema, è importante ricordare che il nostro CCNL prevede il lavoro agile (senza vincoli di spazio e senza vincoli di tempo) e il lavoro da remoto, nelle modalità di telelavoro domiciliare e coworking (con vincolo di spazio e con la rendicontazione oraria così come previsto dal CCNL di comparto). In questo schema, sicuramente migliorabile, l’attribuzione del buono pasto è prevista nel lavoro da remoto, dove la rilevazione oraria viene effettuata sulla base delle regole contrattuali (artt. 48 e 58 del CCNL 98-01). Nel caso del lavoro agile non può esserci rilevazione oraria e questo presupposto ha condizionato la discussione all’ARAN sulla applicabilità dell’articolo 58 in lavoro agile, come vedremo più avanti.

Torniamo alla trattativa dell’11 ottobre. Per quel che riguarda il lavoro agile, dopo le pressanti richieste di tutte le OOSS, l’amministrazione ha previsto, come limite massimo, 8 giorni/mese per tutte le attività che possono essere svolte a distanza. Su questo la FLC CGIL ha chiesto la possibilità, da prevedere nel regolamento, di organizzare il calendario anche su base plurimensile, sulla base delle diverse fasi del lavoro di ricerca. Su questo, ENEA ha dato una semplice apertura di massima.

Sul lavoro da remoto, la proposta dell’amministrazione include sia il coworking (che potrà essere svolto anche in sedi ENEA diverse da quella di assegnazione) che il telelavoro domiciliare. Queste modalità, come già detto, prevedono la rendicontazione oraria (timbratura elettronica) con le stesse regole contrattuali previste per il lavoro in sede. Ebbene, mentre sul coworking, non abbiamo nulla da osservare, sul telelavoro domiciliare ENEA intende attivarlo confermando il numero massimo di rientri, così come già previsto nell’attuale telelavoro di cui all’accordo del 2000, senza il rimborso mensile, ma con il riconoscimento del buono pasto, grazie alla rendicontazione oraria. La FLC CGIL ha chiesto che il telelavoro domiciliato, previsto dal CCNL, fosse reso più flessibile e accessibile anche a coloro che, oggi, pur svolgendo il lavoro agile, in realtà svolgono la prestazione lavorativa esclusivamente da casa, potendo, così, ottenere anche il beneficio del buono pasto.

Su questo abbiamo registrato la netta chiusura dell’amministrazione, che ha lamentato il costo troppo elevato per la realizzazione delle postazioni di telelavoro domiciliato.

È a questo punto della trattativa che si materializza il “coniglio dal cilindro”: l’elevata capacità creativa partorisce “il lavoro agile con prestazione oraria”. Per essere precisi: “il buono pasto sarà erogato qualora la prestazione lavorativa in lavoro agile, rilevata da ENEA in accordo con il lavoratore, su base volontaria, attraverso i propri sistemi gestionali, risultasse superiore alle 6 ore, esclusa la pausa pranzo”.

Intanto, questa formulazione, in base alle norme contrattuali e di legge, è un ossimoro a tutti gli effetti: che senso ha ricorrere al lavoro agile (quello in cui si lavora per obiettivi, senza precisi vincoli di orario) se poi volontariamente ci si sottopone alla rilevazione oraria? E’ solo per avere Il buono pasto? Ma chi è disposto a sottoporsi alla rilevazione oraria avrebbe potuto aderire al telelavoro domiciliare che è normato dal CCNL, invece di dover ricorrere a questa nuova modalità, introdotta da ENEA, che risulta essere più un’aberrazione, che una soluzione al buono pasto.

D’altra parte l’istituto contrattuale del lavoro agile, con il massimo della flessibilità per tutti, senza distinzione di profili professionali, dove tutti, in cambio della massima flessibilità, avrebbero perso il buono pasto, è una previsione che mette tutto il personale nelle stesse condizioni e, per questo, è una previsione che non è divisiva; soprattutto se pensiamo che, accanto ad esso, il telelavoro domiciliare avrebbe potuto rappresentare la risposta a chi, volendo rinunciare alla flessibilità, avrebbe ottenuto il buono pasto. Gli strumenti nel CCNL ci sono. L’aberrazione di cui abbiamo parlato ha radici più profonde.

Perché ENEA non ha proposto il “telelavoro domiciliare senza postazione” (d’altra parte i rimborsi forfettari non sono più previsti!) invece del “lavoro agile con la rilevazione oraria”?

Per rispondere a questa domanda, a nostro avviso, è bene riflettere anche su un altro aspetto. Riprendiamo la discussione all’ARAN sull’estensione dell’articolo 58 al lavoro agile, avvenuta in occasione del rinnovo del CCNL 19-21. In quella discussione, che è patrimonio di tutte le OOSS, Il Presidente Naddeo ha sempre sostenuto che l’articolo 58 (orario di lavoro dei ricercatori e tecnologi) non aveva nulla a che fare con il lavoro agile, perché, in questa modalità, non è prevista alcuna rilevazione oraria. Ora ENEA prevede la possibilità che, in lavoro agile, sia rilevato l’orario “attraverso i propri sistemi gestionali”. Che vuol dire? Vuol dire solo una cosa: che si tratta di un attacco ai diritti dei ricercatori e tecnologi. Perché, se ci pensate bene, se avessimo potuto ampliare l’articolo 58, con l’autocertificazione dell’attività esterna estesa a tutte le sedi dove è possibile svolgere l’attività lavorativa, i ricercatori e i tecnologi avrebbero potuto svolgere lavoro agile in via ordinaria con le stesse regole sull’orario di lavoro e senza firmare i contratti individuali previsti per il lavoro agile. Ma questo non è stato possibile, perché non è prevista la rendicontazione in lavoro agile. Ora ENEA si inventa un obbrobrio, che per dare il buono pasto, costringe i ricercatori e tecnologi alla rilevazione oraria, senza potersi avvalere dell’articolo 58. La battaglia per il buono pasto in lavoro agile andrebbe condotta per riconoscere a tutti i lavoratori della Ricerca, laddove svolgono la loro attività in autonomia e massima flessibilità, di poter autocertificare le ore impiegate per “raggiungere” gli obiettivi previsti.

Dopo l’introduzione del ciclo della performance per i ricercatori e tecnologi e questa genialata del lavoro agile dove rendiconto l’orario fuori dalle regole del CCNL, ENEA, insieme alle OOSS che hanno dato il loro consenso, stanno operando una vera e propria normalizzazione dei diritti di tutto il personale della Ricerca al ribasso, eliminando le principali specificità del nostro settore.

La Federazione dei Lavoratori della Conoscenza sarà sempre in campo per migliorare le condizioni di vita e di lavoro di tutto il personale di ENEA e della Ricerca, a partire dallo sciopero del 31 ottobre prossimo per combattere il “furto di salario, mascherato da rinnovo contrattuale” che il Governo Meloni sta operando su tutti i dipendenti della Pubblica Amministrazione, con la riduzione di oltre il 10% del potere di acquisto dei nostri salari: continueremo a lavorare 12 mesi, venendo pagati per 10 mesi e mezzo.

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