CREA. L’Ente proceda alla stabilizzazione dei ricercatori e tecnici precari
La procedura di Stabilizzazione CREA è da alcuni mesi sospesa, senza che ne siano rese note le motivazioni. È necessario che l’Ente provveda alle assunzioni, anche per impiegare le risorse finanziarie rese disponibili dallo specifico stanziamento previsto dalla legge di Bilancio 2018.
Nel mese di agosto e in breve tempo, oltre 800 persone hanno firmato la petizione rivolta al Ministro delle politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo (MIPAAFT) per l'assunzione dei precari mediante la stabilizzazione CREA (art. 20, comma 1 non-prioritari, d.lgs. 75/2017; art. 20, comma 2, d.lgs. 75/2017)
È la dimostrazione dell’interesse, forte, consapevole e crescente, che i cittadini italiani hanno per la valorizzazione della Ricerca agroalimentare. È la testimonianza di una Comunità solidale di colleghe e colleghi. È la rivendicazione di un atto giuridico (l'assunzione) e di un principio etico: il diritto di ricercatori, tecnici e personale di supporto ad ottenere risposte certe rispetto alla propria condizione lavorativa. Un principio generale di correttezza, che riguarda i precari e gli strutturati, indistintamente.
La legge di Bilancio dello Stato 2018 (art. 1, comma 673, legge 27 dicembre 2017 n. 205) dispone uno stanziamento specifico per la stabilizzazione. Il Bilancio CREA 2019 prevede l’impiego di tali risorse.
Adesso, il vertice istituzionale e di gestione proceda alla assunzione delle colleghe e dei colleghi in stabilizzazione.
Nel frattempo, in questi mesi di inspiegabile impaludamento, l'Italia ha ricevuto un ulteriore atto di messa in mora da parte della Commissione europea, che riguarda proprio la reiterazione e l'abuso di contratti di lavoro a tempo determinato e che preannuncia una procedura di infrazione.
Nella lettera di costituzione in mora (2014/4231 – Contratti di lavoro a tempo determinato nel settore pubblico), la Commissione sollecita l'Italia a prevenire l'abuso dei contratti a tempo determinato e ad evitare le condizioni di lavoro discriminatorie nel settore pubblico.
L'Italia è infatti lo Stato europeo in cui i lavoratori del settore pubblico non sono tutelati contro l'utilizzo abusivo della successione di contratti a tempo determinato e la discriminazione, come invece prescrivono le norme UE da oltre venti anni (Direttiva 1999/70/CE del Consiglio).
Il CREA provveda dunque al completamento del piano di stabilizzazione (art. 20, comma 1 non-prioritari, d.lgs. 75/2017; art. 20, comma 2, d.lgs. 75/2017), senza ulteriori ritardi.