CNR: misure di sicurezza insufficienti e inadeguate per le campagne oceanografiche
La tutela della salute delle lavoratrici e dei lavoratori è la priorità assoluta senza eccezioni. Inviata una nota al Presidente e ai vertici dell'Ente.
La FLC CGIL, la FIR CISL e la UIL SCUOLA RUA nel corso del confronto tenuto con l’Amministrazione del CNR per la redazione del Protocollo per la Sicurezza avevano con forza sollecitato l’Amministrazione a confrontarsi con le organizzazioni sindacali anche per la predisposizione di Protocolli dedicati a particolari condizioni lavorative. Abbiamo appreso che l’Amministrazione, in concomitanza dell’incontro aveva redatto il Protocollo Navi senza informare le organizzazioni sindacali.
Le misure previste nel protocollo, reperito per vie del tutto informali, non sono adeguate, risultano troppo generiche, in particolare non si evince chiaramente l'assunzione chiara, univoca, di responsabilità da parte del Datore di Lavoro (Ente/Direttore Istituto), anzi sembra implicare un inaccettabile "scarico di responsabilità" sui lavoratori.
Considerata la specificità e la complessità delle attività a bordo di una imbarcazione, sono previste misure non specifiche e inadeguate alle condizioni lavorative, salvo il distanziamento previsto con l’allocazione di un dipendente CNR per cabina e nulla per l'equipaggio: come se non stessero contigui tutto il tempo!
Le misure di distanziamento e i lavaggi vari previsti per le normali condizioni di convivenza servono a poco a bordo di una barca con le caratteristiche particolari della N/O "G. Dallaporta!
In particolare:
1) Distanziamento sociale:
- la condivisione degli spazi comuni quali ad esempio corridoi, sala mensa, non permetteranno in alcun modo di mantenere il distanziamento fisico secondo i parametri descritti nel protocollo licenziato dall’Ente. Ciò anche in considerazione del fatto che gli spazi dovranno essere condivisi tra il personale scientifico e il personale della nave;
- la stessa criticità si verificherà durante le ore di lavoro.
2) Sistema di areazione (aria condizionata):
- in nave il sistema di ventilazione dovrà necessariamente esser sempre attivo anche considerando che le cuccette sono a -1 e senza oblo. A bordo c’è un sistema di areazione e un sistema di condizionamento. È possibile, solo eventualmente, spegnere il sistema di condizionamento (che è singolo per stanza/laboratorio), non certo il sistema di areazione, necessario per consentire il ricambio dell’aria.
3) Turni:
- con sole 5 persone di equipaggio scientifico sarà assolutamente impossibile lavorare 24 ore al giorno. I turni dovrebbero esser fatti da una sola unità di personale, evento assolutamente da evitare in termini di sicurezza soprattutto la notte. Quindi si dovrebbe dimezzare il piano di lavoro.
4) Sanificazione:
- ad ogni cambio di personale è da prevedere necessariamente la sanificazione/igienizzazione (non semplice igienizzazione) della nave e non solo fra una campagna e l’altra.
5) Autocertificazione:
- la pretesa dell'autocertificazione, tutela il CNR e l'armatore ma non tutela chi dovrà lavorare in quelle condizioni, anzi!! E’ inaccettabile, da parte del CNR, “far ricadere” la responsabilità della sicurezza “sanitaria da Covid” al capo missione.
L’unica misura seria, nel caso le attività in questione fossero giudicate prioritarie in base ai criteri sanciti dal Protocollo generale, sarebbe quella di testare tutte le persone autorizzate a salire a bordo, equipaggio compreso, con test sierologici e tamponi: nel caso dovesse essere imbarcato un “positivo” date le condizioni di permanenza in inevitabile contiguità, si contagerebbero tutti al 100%.
Il personale (tutto) deve avere il responso negativo prima dell’inizio delle campagne.
Si devono imbarcare persone che senza ombra di dubbio non sono state contagiate, cosicché non ci si deve più preoccupare delle ridotte distanze a disposizione.
Il personale scientifico potrà fare tutte analisi possibili, ma se non si fanno le medesime analisi al personale di bordo non serviranno a nulla, e non si avrà nessuna certezza di poter svolgere il lavoro in sicurezza.
Tutto ciò comporta l’inizio delle procedure per la preparazione dell’imbarco per lo meno una settimana prima della partenza.
Tutto ciò non è previsto nel protocollo navi già redatto:
- che è inaccettabile,
- che non è applicabile a nessuna attività oceanografica che dovesse attivarsi su qualsiasi natante
Per il mancato dovuto confronto con i sindacati per l’inadeguatezza del protocollo navi previsto dall’Ente, abbiamo chiesto una convocazione urgente, per la definizione di un protocollo specifico e nelle more la sospensione delle istruzioni diramate da UPGO circa la possibilità di ri-attivare le attività oceanografiche a partire dal 18 maggio.
______________________________________________________________________________________________________________________
Al Prof. Massimo Inguscio
Presidente CNR
Dr. Giambattista Brignone
DirettoreGenerale
e p.c. Ai Componenti della “Cabina di regia”
Dr.ssa Manuela Falcone
Ufficio Relazioni Sindacali
OGGETTO: EMERGENZA EPIDEMIOLOGICA – Misure attuative del protocollo Salute e sicurezza sottoscritto in data 7 maggio 2020.
A seguito della sottoscrizione del “PROTOCOLLO PER LA PREVENZIONE E SICUREZZA DEL PERSONALE DIPENDENTE DEL CNR IN RELAZIONE ALL’EMERGENZA SANITARIA DA COVID 19” ed in attuazione di quanto previsto dallo stesso Protocollo al paragrafo 9, penultimo capoverso: “Resta ferma la possibilità per le Parti di definire apposite linee di indirizzo integrative per attività specifiche di particolare complessità”, le scriventi OO.SS. diffidano le SS.LL. dal dare seguito alle istruzioni operative che ci risultano diffuse in data 13 maggio u.s. dal Dirigente dell’Ufficio “Programmazione Operativa e Grant Office”, riguardanti la ripresa delle attività oceanografiche a partire dal 18 maggio p.v..
In sede di confronto avevamo già sanzionato l’adozione del cosiddetto “Protocollo Navi” avvenuta a nostra insaputa e prima della sottoscrizione di cui sopra, avevamo, inoltre, chiarito che tale Protocollo non avrebbe potuto essere applicato se non completamente rivisitato in modo da garantire le necessarie misure per la salvaguardia di salute e sicurezza del personale impegnato nelle campagne oceanografiche.
Alla luce di quanto sopra chiediamo un incontro urgente per la definizione di un Protocollo specifico e, nelle more della adozione, l’immediata revoca delle istruzioni diramate. In carenza di sollecito e concreto riscontro, attiveremo la procedura prevista dal “Protocollo di accordo per la prevenzione e la sicurezza dei dipendenti pubblici in ordine all’emergenza sanitaria COVID-19 negli ambienti di lavoro” procedendo all’attivazione dell’Ispettorato per la Funzione Pubblica.