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CNR: gli eletti del Consiglio Scientifico scrivono al Ministro

Contro i tagli del personale ed il rischio di licenziamento di tanti precari i rappresentanti eletti del C.S. del CNR scrivono al Ministro Gelmini.

06/10/2008
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I 5 componenti eletti dai ricercatori nel Consiglio Scientifico Generale del CNR hanno scritto una lettera al Ministro Gelmini perché il Governo ritiri l'emendamento che licenzia migliaia di precari della ricerca e invece, in coerenza con le sue dichiarazioni a favore dei giovani, metta in atto tutte le iniziative politiche e legislative per favorire l'assunzione di ricercatori e tecnici negli enti di ricerca. La situazione del CNR, il maggiore tra gli enti che opera in tutti i settori della ricerca, vede un numero di personale precario praticamente pari a quello del personale di ruolo ed un numero molto elevato di pensionamenti.

Solo azioni immediate di stabilizzazioni, assunzioni e concorsi potranno permettere all'ente di continuare a svolgere quel ruolo fondamentale che ha sempre avuto di ricerca per l'avanzamento delle frontiere della conoscenza, miglioramento della qualità della vita e sviluppo economico e sociale.
I tanti che da anni operano nell'ente con grande professionalità e con risultati che nessuno può disconoscere sono indispensabili sia per l'oggi che per il futuro.

Roma, 6 ottobre 2008
__________________

Al Ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca, Mariastella Gelmini

e p.c.
Al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano
Al Presidente del Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi
Al Ministro della Pubblica Amministrazione e l'Innovazione, Renato Brunetta
Al Ministro dell'Economia e Finanze, Giulio Tremonti

Onorevole Ministro Gelmini,

Le scriviamo in qualità di componenti del Consiglio Scientifico Generale del Consiglio Nazionale delle Ricerche designati dai ricercatori e dai tecnologi dell'Ente. Il CNR, come Ella sa, è il maggior Ente Pubblico di Ricerca italiano e promuove e coordina attività di ricerca in quasi tutti i campi del sapere (dalla Fisica alla Biologia, dalla Chimica alle Scienze Sociali ed Umane).

I ricercatori italiani, nonostante da anni lavorino in condizioni molto difficili, soprattutto rispetto agli altri paesi Europei, hanno ottenuto risultati eccellenti e lusinghieri a livello internazionale in moltissimi settori, e continuano a far progredire la conoscenza e le potenzialità di sviluppo del Paese.

Pensiamo sia nostro dovere sottolineare il fatto che la comunità scientifica del CNR ha ottenuto questi successi nonostante la graduale sistematica contrazione delle risorse dedicate alla ricerca, la proliferazione del precariato, i ripetuti blocchi delle assunzioni e l'impossibilità di bandire concorsi.

Purtroppo il DL 112, convertito nella legge 133/2008, nella sua applicazione alla ricerca ipoteca ulteriormente il futuro del CNR. Esso prevede infatti per gli enti di ricerca, come per le altre amministrazioni dello Stato, una riduzione di almeno il 10% della spesa del personale in servizio al 30 giugno 2008 (art. 74, c.1, lett. c). Inoltre il fatto che il turnover dovrà essere calcolato numericamente e non economicamente, tenendo conto dei profili dei dipendenti CNR che stanno andando in pensione, impedisce di fatto l'attuazione del piano di assunzioni, creando un danno quasi irreparabile. Ancora più grave è l'emendamento che, se approvato, cancellerebbe tutte le norme sulle stabilizzazioni, portando al licenziamento di migliaia di precari pubblici, ivi compresi ricercatori e tecnici del nostro Ente, il nostro futuro per la valorizzazione del patrimonio di esperienza del CNR, precari in attesa di stabilizzazione avendo già superato le procedure di idoneità o di merito comparativo.

E' ovvio che questi nuovi tagli vanno soprattutto a danno dei molti giovani brillanti che, dopo anni di precariato, si vedono costretti a trovare una collocazione in università ed enti di ricerca stranieri, oppure a rinunciare alla ricerca, mandando così disperso uno straordinario patrimonio culturale e professionale, per la costruzione del quale è stato, per anni, profuso impegno economico, scientifico ed umano.

Siamo certi Ella converrà sul fatto che la ricerca di base, oltre a contribuire al progresso della conoscenza, è premessa indispensabile per le future applicazioni tecnologiche e che può svolgersi solamente grazie all'apporto di menti giovani e preparate in Università ed Enti che devono mantenere una competitività a livello internazionale. Ed Ella stessa, nel Suo intervento alla Camera, ha sottolineato che "può sembrare pletorico ricordare quanto ricada su di loro (i giovani) il vizio di una società italiana ancora troppo ingessata, gerontocratica e refrattaria a riconoscere il merito" e che, per avere futuro, il Paese deve "investire davvero sui giovani talenti".

Siamo perfettamente coscienti del grave momento di difficoltà e delle limitate risorse economiche a disposizione, ma contiamo sulla Sua attenzione per il futuro del Paese e Le chiediamo di adoperarsi per escludere il CNR - e più in generale - tutti gli Enti Pubblici di Ricerca dai tagli indiscriminati che porterebbero in breve il nostro Ente ad una perdita di competitività a livello internazionale.

Antonia Bertolino (ISTI-CNR, Pisa)
Ubaldo Carretta (IENI-CNR, Milano)
Danilo Corradini (IMC-CNR, Roma)
Francesco Lenci (IBF-CNR, Pisa)
Angelo Viotti (IBBA-CNR, Milano)

3 Ottobre 2008

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