A rischio 5000 posti di precari in Toscana
L'allarme lanciato dai sindacati in un incontro con i parlamentari toscani.
Nella giornata di ieri, 22 aprile, i sindacati hanno incontrato i parlamentari della Toscana e alcuni consiglieri regionali: erano presenti rappresentanti della maggioranza e dell'opposizione. Se la riforma venisse approvata senza emendamenti, anche in Toscana verrebbero "mandati a casa" tanti docenti che attualmente svolgono il proprio servizio nelle scuole della regione. La preoccupazione è stata illustrata ai parlamentari e candidati alle elezioni amministrative incontrati dai sindacati.
Dopo la presentazione delle criticità sul DDL che hanno portato alla proclamazione dello sciopero unitario generale della scuola del 5 di Maggio (sotto riportiamo volantino unitario), i parlamentari sono intervenuti: si sono confrontati su due approcci, da una parte i rappresentanti della maggioranza che proveranno ad emendare il testo presentato, pensando di essere davanti comunque ad una occasione per la scuola, dall'altra i rappresentanti dell'opposizione che ritengono il DDL assolutamente da ritirare, con lo stralcio di un provvedimento ad ok per l'assunzione dei precari. L'incontro ha visto l'intervento di due precari che hanno confermato tutte le criticità presenti nel DDL, chiedendo lo stralcio, come del resto sostenuto dai sindacati, insieme alla cancellazione dell'art. 12. L'incontro si è poi sviluppato con un confronto sulle tematiche riguardanti il territorio toscano.
I sindacati, unitariamente prepareranno lo sciopero generale con una campagna di assemblee in tutta la regione che si annunciano affollatissime come quelle già effettuate dove si conta una media di 300/500 partecipanti fino a raggiungere i 2000, come successo a Firenze. Si preparano inoltre i mezzi di trasporto per accogliere le prenotazioni per la partecipazione alle manifestazioni in programma.
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5 MAGGIO SCIOPERO GENERALE
Il disegno di legge sulla “Buona Scuola” deve essere ritirato o profondamente modificato
E’ ASSOLUTAMENTE INACCETTABILE
- L’art.12: deve essere cancellato! E’ vergognoso togliere il lavoro a chi ha più di 36 mesi di servizio, anziché stabilizzare come chiede l’Europa
- Lasciare fuori dalla stabilizzazione i docenti di II e III fascia, anche con oltre 36 mesi di servizio, e i docenti idonei del concorsi 2012 e dei precedenti concorsi non reiterati.
- Lasciare fuori dalla stabilizzazione gli ATA che, dal prossimo anno scolastico subiranno un ulteriore taglio di ben oltre 2000 unità dovuto alla legge di stabilità 2015.
- Chiediamo un piano pluriennale di stabilizzazione che superi l’attuale precariato, dando risposte concrete alle aspettative che sono state alimentate dalla stessa amministrazione. L’ipotesi di nuovi concorsi deve essere rinviata a dopo le stabilizzazioni. Nell’immediato, è necessario scorporare dal disegno di legge il piano di assunzioni per il prossimo anno scolastico, inserendolo in un provvedimento di urgenza
- Affidare al dirigente scolastico i poteri di scelta dei docenti, individuandoli dall’albo professionale territoriale, anche ai fini della mobilità, offrendo un incarico triennale. La mobilità territoriale e professionale disciplinata dalla contrattazione nazionale viene cancellata e la funzione docente messa all’asta!
- La chiamata “diretta” è da respingere in toto e la mobilità deve restare materia di contrattazione
- Che la valorizzazione dei docenti e l’attribuzione del beneficio economico connesso (merito) sia decisa “solo” dal dirigente scolastico .
- Le materie relative al rapporto di lavoro, compresa la retribuzione la carriera e il riconoscimento del merito, sono di natura contrattuale: chiediamo l’apertura del confronto negoziale
- Che il Governo chieda la delega in bianco su ben 13 argomenti fondamentali dell’ordinamento scolastico: ma per quale scuola?
La scuola statale non può essere trasformata in una azienda, il modello aziendale nella scuola non può funzionare!
La Scuola è fondata sul lavoro in team, sulla partecipazione, sulla collaborazione, sul rispetto di tutte le professionalità
Su questo disegno di legge non ci stiamo!
Partecipa allo sciopero e alla manifestazione a Roma
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