Il caso CNR-Myrmex e l’allarme del sindacato
Affollata assemblea del personale del CNR di Catania dove si è anche discusso di ricerca, referendum e precariato.
“Il CNR non acquisti l’immobile dell’ex azienda farmaceutica Myrmex, ceduto a 1 euro dalla Regione, perché dietro si muovono dubbie speculazioni: quel laboratorio non si tocca, appartiene ai lavoratori”. Il primo punto all’ordine del giorno dell‘affollatissima assemblea del personale del CNR di Catania, che si è tenuta il 16 febbraio 2017, presieduta da Antonella Distefano, segretario generale FLC CGIL Catania e Tino Renda, Responsabile regionale comparto EPR FLC CGIL, è stato caldo, anzi rovente.
A lanciare l’allarme e chiedere che vengano sostenuti gli ex dipendenti, tutti altamente professionalizzati, è stata Margherita Patti, segretario Confederale CGIL Catania invitata a presenziare all’assemblea. “Dopo essere stati licenziati 5 anni fa, ora i 50 lavoratori stanno provando a rimettersi in gioco – ha ricordato – e mentre loro si costituiscono in cooperativa, la proprietà Myrmex vorrebbe vendere quei laboratori dove si dovrebbe riprendere l’attività di ricerca”. “Qualcuno fa finta di dimenticare che quell’immobile è stato ceduto a 1 euro dalla Regione (così è stato stabilito da una delibera della giunta regionale) alla Myrmex, subentrata all’azienda Pfizer – ha aggiunto – purché ne continuasse a garantire il livello produttivo e occupazionale: è evidente che questo non è avvenuto e ora, al danno si aggiunge la beffa di sentire parlare di vendita di un immobile che non è stato neppure acquistato. Ancora una volta si specula sulla pelle dei lavoratori”.
All’assemblea era presente anche la responsabile del comitato di Ente CNR della FLC CGIL, Rosa Ruscitti, che non ha usato mezzi termini. “Il CNR tenga conto anche della dignità di quei lavoratori: a Roma chiederemo un incontro con i vertici dell’Ente per effettuare una verifica sull’intera vicenda”. “All’Area di Ricerca di Catania serve una sede idonea e funzionale – ha proseguito – ma non certo a discapito del lavoro di altri, l’Ente non se lo può permettere”.
“Dopo anni di progetti mai approvati – ha ribadito con forza Tino Renda – il CNR a Catania non può rischiare di vedere vanificate le proprie attese di avere una sede adeguata allo sviluppo delle proprie attività di ricerca, alla visibilità sul territorio come il più grande ente pubblico di ricerca, al proprio ruolo nel contesto scientifico, culturale e tecnologico di una città come Catania. La scelta di una sede come quella della Myrmex, con tutte le sue criticità, costituirebbe per l’Ente un investimento fallimentare”.
“La CGIL e la FLC CGIL chiederanno con forza, e con ogni strumento – ha aggiunto – di non trascurare nessuna delle opzioni immobiliare che si rendessero disponibili per il CNR nella città, nell’ottica di una strategia lungimirante di crescita e visibilità dell’Ente e del suo personale, che di certo avrebbe ricadute di sviluppo su un territorio come quello catanese”.
Ma c’è stato un altro tema affrontato ieri pomeriggio, la campagna referendaria “Libera il lavoro con 2 sì” per l’abrogazione dei voucher e delle norme che limitano la responsabilità solidale negli appalti.
“Saremo in campo nei prossimi giorni, per fare passare il messaggio che non si tratta di un ragionamento settoriale ma di una battaglia di civiltà – ha dichiarato Antonella Distefano – vuole essere il ribaltamento di una situazione di precarizzazione sempre più forte e non più sopportabile. Bene ha fatto la Cgil ad esserne promotrice di un’azione concreta, così come già fatto per la Carta dei diritti universali del lavoro, già depositata di cui si attende il voto”.
Con la responsabile nazionale si è discusso anche di precariato, concorsi per il personale, programmazione triennale 2017-2019, rinnovo contrattuale, statuto e regolamenti CNR.
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