12 novembre, “Stesso lavoro, stessi diritti. Perché Noi NO?”. Assemblea dei ricercatori precari dell’Università del Salento
Appuntamento alle 15.30 presso il padiglione Chirico dell’ex monastero degli Olivetani, in Via de Nicola.
La FLC CGIL Lecce e l’ADI Lecce organizzano per il 12 novembre 2018 presso il padiglione Chirico dell’ex monastero degli Olivetani, Università del Salento, in Via de Nicola, un’assemblea dei ricercatori precari dell’Università del Salento.
La collaborazione tra FLC CGIL e ADI ha già ottenuto importanti risultati per i lavoratori più deboli del comparto della ricerca e sono gli assegnisti. L’indennità di disoccupazione DIS-COLL è stata estesa anche agli assegnisti ricerca dopo una lunghissima lotta durata due anni grazie all’impegno di FLC CGIL e ADI con l'avvio di una campagna nazionale e azioni politico-sindacali in tutti gli atenei italiani.
La situazione oggi dei ricercatori precari delle università ha raggiunto livelli drammatici e non più tollerabili, i numeri delle persone che non possono più continuare a svolgere il proprio lavoro e che vanno a casa aumentano ogni giorno. La precarietà dei rapporti di lavoro nelle università è ormai perfettamente in linea con la tendenza del processo di precarietà strutturale del mondo del lavoro imposta dalle norme recenti e passate che hanno pesantemente inciso sulla certezza della stabilità di lavoro sotto la spinta degli interessi e delle esigenze del mercato. Nelle università le cause sono dovute a duplici fattori. Le scelte legislative passate, la riforma Gelmini, le norme sul contenimento della spesa pubblica e quelle sull'assunzione nelle pubbliche amministrazioni, sistemi di valutazione poco funzionali alle reali esigenze e alle necessità della ricerca e dei lavoratori del settore, hanno determinato di fatto finanziamenti inadeguati e spesso insufficienti a coprire le esigenze di fabbisogno degli atenei in particolare di quelli meridionali, da sempre i più poveri. Il costante de-finanziamento del fondo ordinario (F.F.O.) delle università è stato lo strumento, consapevolmente utilizzato, per affossare il sistema pubblico della conoscenza da parte delle politiche governative degli ultimi 20 anni. I risultati negativi di queste scelte hanno colpito l'anello più debole del sistema universitario: i ricercatori precari. Considerato il loro numero elevato rappresentano una parte importante e fondamentale del sistema pur lavorando e vivendo nell'incertezza lavorativa.
L’Italia è capofila nei tagli all’università e alla ricerca, mentre altri paesi europei investono nel loro futuro. La campagna ideata dalla FLC CGIL e da ADI si intitola PERCHÉ NOI NO? E pone delle domande a cui si pretendono risposte concrete nella prossima legge di bilancio e non solo. L’appuntamento nazionale ci vedrà coinvolti nella grande assemblea del 17 novembre che si terrà a Roma.
PERCHÉ NOI NO?
I ricercatori universitari invecchiano precari, senza vere prospettive di reclutamento, mentre nelle università mancano docenti, e i nostri colleghi europei entrano in ruolo tra i 30 e i 35 anni
PERCHÉ NOI NO?
Nei nostri atenei sperimentiamo precariato selvaggio e lavoro gratuito, mentre i nostri colleghi europei hanno diritti e retribuzioni adeguate.
PERCHÉ NOI NO?
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