13 novembre, “Stesso lavoro, stessi diritti. Perché Noi NO?”. Assemblea dei ricercatori precari di tutta la Puglia
Appuntamento a Bari, presso la Sala del Museo della Fotografia del Politecnico
FLC CGIL PUGLIA e ADI organizzano per il 14 novembre presso la Sala del Museo della Fotografia del Politecnico all'interno del campus universitario in via Orabona, un’assemblea dei ricercatori precari di tutta la Puglia. La collaborazione tra FLC CGIL e ADI ha già ottenuto importanti risultati per i lavoratori più deboli del settore della ricerca universitaria. L’indennità di disoccupazione DIS-COLL è stata estesa anche agli assegnisti e dottorandi dopo una lunghissima lotta durata due anni grazie all’impegno di FLC CGIL e ADI con l'avvio di una campagna nazionale e azioni politico-sindacali in tutti gli atenei italiani.
La situazione oggi dei ricercatori precari delle Università ha raggiunto livelli drammatici e non più tollerabili. Il numero dei ricercatori che non possono più continuare a svolgere il proprio lavoro e che vanno a casa aumenta ogni giorno allineando i livelli di precarietà nelle Università e Enti pubblici di ricerca con la generale tendenza alla precarizzazione strutturale del lavoro nelle società a capitalismo globalizzato.
In particolare nelle Università le cause dipendono da molteplici fattori quali la riforma Gelmini, le norme sul contenimento della spesa pubblica, le norme sull'assunzione nelle pubbliche amministrazioni e quelle sui sistemi di valutazione che rispondono solo a logiche di definanziamento, colpendo di fatto, le esigenze di fabbisogno degli atenei, in particolare di quelli meridionali. Il costante de-finanziamento del fondo ordinario (F.F.O.) delle Università è stato lo strumento, scientemente utilizzato dalle politiche governative degli ultimi 20 anni per affossare il sistema pubblico della conoscenza.
Gli esiti più nefasti di queste politiche si ripercuotono proprio sui ricercatori precari che pur rappresentando, per numeri e qualità del lavoro svolto, una parte importante e fondamentale del sistema accademico è condannata a vivere una costante incertezza lavorativa, oltre che esistenziale. L’Italia, rendendosi, ormai da diverso tempo, ha abbracciato un “modello di sviluppo senza ricerca” che non è più economicamente sostenibile mentre altri paesi europei investono nel loro futuro investendo proprio su ricerca e innovazione.
La campagna ideata dalla FLC CGIL e da ADI si intitola PERCHÉ NOI NO? E pone delle domande a cui si pretendono risposte concrete nella prossima legge di bilancio e non solo. L’appuntamento nazionale ci vedrà coinvolti nella grande assemblea del 17 novembre che si terrà a Roma.
PERCHÉ NOI NO?
I ricercatori universitari invecchiano precari, senza vere prospettive di reclutamento, mentre nelle università mancano docenti, e i nostri colleghi europei entrano in ruolo tra i 30 e i 35 anni
PERCHÉ NOI NO?
Nei nostri atenei sperimentiamo precariato selvaggio e lavoro gratuito, mentre i nostri colleghi europei hanno diritti e retribuzioni adeguate.
PERCHÉ NOI NO?
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