Scuola, tagli agli organici: diritto allo studio a rischio in Piemonte
1466 cattedre in meno nella regione.Circa 1000 i posti in meno per il personale ATA, soprattutto collaboratori scolastici con forti rischi per la vigilanza dei minori.
A cura della FLC CGIL Piemonte
Con la terza tranche di tagli della legge 133/08 il disegno di smantellamento della scuola pubblica ad opera dei ministri Gelmini-Tremonti trova il suo compimento: il Piemonte, con un sistema scolastico ormai in forte sofferenza, si vede accollare una riduzione di posti e di cattedre che mette a rischio la sua stessa tenuta.
Ad un primo annuncio di 1237 posti in meno di docenti,ecco l'amara sorpresa: il ministro Tremonti pretende indietro altri 229 posti dello scorso anno ed il MIUR appesantisce la sua mannaia arrivando a decurtare 1466 cattedre. Un colpo di grazia per la scuola piemontese!
I numeri sono da bollettino di guerra: -796 posti nella scuola primaria, -65 posti nella secondaria di I grado (con un forte aumento di iscrizioni),-605 posti nella secondaria di II grado (già martoriata dalla caotica pseudo-riforma della Gelmini).
Le conseguenze sono chiare: si riduce ulteriormente il tempo scuola, si colpisce il tempo pieno nella scuola primaria ed il tempo prolungato nella media (mettendo a rischio un modello che concilia la qualità dell'istruzione con le necessità lavorative delle famiglie), si svilisce l'insegnamento della lingua straniera (scompaiono gli insegnanti specialisti), si azzera ogni contemporaneità per sostenere i ragazzi in difficoltà, si aumentano gli alunni per classe (in aule spesso a rischio per carenza di servizi e con seri problemi di edilizia scolastica), si abbandona la didattica laboratoriale nella scuola superiore.
Non si hanno ancora notizie certe del taglio di personale ATA (non docente), ma le previsioni di attuazione della Finanziaria non lasciano speranza: saranno quasi 1000 i posti in meno (soprattutto collaboratori scolastici con forti rischi per la vigilanza dei minori)!
Da tutto ciò ne consegue una situazione insostenibile anche per i lavoratori delle scuole: non solo molti precari non ritroveranno più il loro posto di lavoro, ma ad oggi in cinque province piemontesi (Asti, Biella, Cuneo, Novara, Verbano Cusio Ossola) i docenti di ruolo della scuola primaria si trovano a scontare un pericoloso esubero provinciale che richiederà la loro ricollocazione e l'abbandono di ogni speranza per nuove assunzioni. Per i ragazzi e le loro famiglie sarà inevitabile l'impoverimento dell'offerta formativa e la fine di ogni continuità didattica.
I dirigenti scolastici, i docenti, il personale ATA della FLC CGIL Piemonte denunciano questo grave attacco alla qualità dell'istruzione pubblica ed al diritto allo studio piemontese. Preannunciano che attiveranno ogni forma di protesta e di mobilitazione nei confronti dell'Ufficio Scolastico Regionale del MIUR, della Regione, del Governo (prefetture) per chiedere il ritiro dei tagli, maggiori investimenti per le scuole (in grave emergenza per carenza di fondi e per residui attivi non saldati dal Ministero) e certezze per tutto il personale precario che da anni lavora negli istituti piemontesi (che per i ragazzi vuol dire più continuità didattica).
Se così non sarà, la scuola pubblica piemontese non avrà futuro! E con essa non lo avranno le migliaia di ragazzi che ogni giorno la frequentano e l'intero nostro Paese.
La FLC CGIL del Piemonte rivolge un appello ai lavoratori, agli studenti, alle famiglie, agli amministratori locali, all'associazionismo scolastico, al mondo della politica affinché tutti insieme si possa prendere coscienza della grave situazione e si riconsegni una speranza di futuro dignitoso alle nuove generazioni.
Torino, 8 aprile 2011
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