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Referendum scuola: boom di adesioni in Molise

7.200 molisani hanno firmato, oltre 28 mila le firme complessivamente raccolte.

09/07/2016
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A cura della FLC CGIL Molise

È andata oltre ogni più rosea aspettativa la raccolta di firme operata della FLC CGIL Molise per chiedere un referendum abrogativo per cancellare gli aspetti più deleteri della Legge 107/2015. L'iniziativa, partita con l’obiettivo di raccogliere almeno 3.500 firme nella nostra regione, ne ha viste raggiungere più del doppio. Circa 7.200 mila sono stati i molisani hanno dato il loro contributo (4.900 in provincia di Campobasso e 2.300 ad Isernia) per un totale di oltre 28 mila firme raccolte complessivamente per i quattro quesiti referendari. I dati in questione collocano la nostra regione al primo posto in Italia nella raccolta firme in proporzione all’organico (che ammonta in totale a 5.340 unità).

Ricordiamo che i punti della legge 107/2015 che si chiedeva di abrogare con il referendum sono quelli relativi al potere discrezionale dei dirigenti scolastici per la chiamata diretta e per l’attribuzione unilaterale di quote di salario ai docenti, al cosiddetto bonus scuola per le private (in palese contraddizione con quanto recita proprio la Costituzione) e all’obbligatorietà delle ore minime di alternanza scuola-lavoro. Sono quattro tra i punti sostanziali e centrali della legge, che non accettiamo e abbiamo denunciato come decisamente appiattita su un’ideologia del comando e della subalternità della scuola alle logiche economiche.

Un grande impulso alla raccolta delle firme, è venuto dalle numerose assemblee sui luoghi di lavoro, dai gazebo e dai banchetti per la raccolta delle firme allestiti in tutta la Regione. Ogni occasione è stata buona per raccogliere firme e parlare con i lavoratori, con i genitori, con gli studenti, per nulla soddisfatti di come stiano andando le cose nella scuola ad un anno dall’approvazione di questa sciagurata “riforma”. In ogni caso, più che la rassegnazione è emersa la determinazione di battersi, anche attraverso lo strumento referendario, per una scuola pubblica democratica, aperta e laica, in coerenza con i valori repubblicani e costituzionali. 

Il mondo della scuola ha contrastato con determinazione le linee “culturali” della legge 107/15, fino allo sciopero straordinario del 5 maggio 2015. Dal governo, tuttavia, si è deciso di proseguire ad oltranza, senza alcun confronto con i soggetti sociali e le organizzazioni sindacali. La richiesta di Referendum si è imposta, dunque, non solo come utile strumento per abrogare norme sbagliate, ma anche per riaprire un dibattito pubblico sul futuro dell’istruzione nel nostro paese, restituendo la parola a chi nelle scuole vive, ai cittadini, ai territori, alle famiglie, alle associazioni.

In questi mesi siamo stati nelle piazze, nelle scuole e tra i cittadini per discutere di quanto sia importante contrastare la deriva autoritaria messa in atto con la legge 107/15.

Grazie a tutti quelli che ci hanno aiutato, i volontari, le RSU, gli studenti. Grazie ai lavoratori dei Comuni, agli autenticatori, a quanti si sono messi a disposizione per consentire di raggiungere questo straordinario risultato. Il dato nazionale (515 mila firme raccolte per ogni quesito, oltre due milioni in totale) ci conforta e ci sprona ad andare avanti, in difesa della scuola pubblica, per garantire ai nostri studenti una offerta formativa di qualità, al di fuori di logiche autoritarie ed antidemocratiche.

FERMIAMO L’AUTONOMIA DIFFERENZIATA!

Nei prossimi giorni potrai firmare
per il referendum abrogativo.

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