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Dimensionamento della rete scolastica: dall’Emilia Romagna una ferma opposizione al disegno del Ministro dell’istruzione e del merito di ridurre la rete della scuola pubblica

Coerenza, difesa del diritto allo studio e dell’occupazione nell’iniziativa della Regione Emilia Romagna.

18/12/2024
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A cura della FLC CGIL Emilia Romagna

Il piano di dimensionamento della rete scolastica messo in atto dal governo Meloni ci ha visti sempre decisamente contrari e anche per questo era stata avviata una ferma opposizione ad ogni iniziativa volta a ridurre le scuole (autonomie scolastiche) del paese (almeno 800) e quindi della nostra regione (21).

Era chiaro ed è chiaro che la riduzione delle scuole lede il diritto allo studio delle studentesse e degli studenti, depriva le aree più fragili di un presidio scolastico e democratico, taglia posti di lavoro, toglie risorse finanziarie e professionali alla scuola pubblica statale, riduce le opportunità formative e aumenta la dispersione scolastica e il disagio sociale.

Elementi che vanno concettualmente rifiutati se l’interesse è quello di investire sul futuro delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi e proiettare il Paese, e quindi la nostra regione, verso obiettivi importanti come la crescita, la valorizzazione del sapere, il benessere sociale di una comunità. Per questo l’intervento di ieri, annunciato dal nuovo presidente della Regione Michele de Pascale e dall’Assessora all’Istruzione Isabella Conti, va nella giusta direzione.

Coerenza e difesa del sistema scolastico emiliano romagnolo sono la cifra da affermare e se per farlo è necessario “disobbedire”, allora la FLC CGIL è disponibile a condurre una battaglia comune.

L’Emilia Romagna ha le carte a posto: i numeri relativi alla popolazione scolastica ci dicono che siamo perfettamente all’interno del range stabilito dalla norma (900/1000 alunni) per affrontare il prossimo futuro senza procedere a tagli.

La riflessione da aprire, per rispondere al meglio alle esigenze della scuola e del territorio, deve coinvolgere l’insieme della comunità educante, delle istituzioni, delle organizzazioni sindacali portatrici di interessi legittimi a tutela del personale e anche delle bambine e dei bambini, delle ragazze e dei ragazzi.

Questo piano di riduzione delle scuole e del perimetro pubblico statale fa il paio sia con il progetto di autonomia differenziata e di ridimensionamento dei percorsi scolastici come quello relativo alla filiera tecnologico professionale. E questo progetto va respinto. Inoltre, va fatta una e vera propria iniziativa per incrementare gli organici del personale docente e Ata che si rivelano insufficienti e inadeguati alle esigenze della scuola.

Anche per questo va attivato un tavolo con la Regione per la salvaguardia ed il rilancio della scuola pubblica nella nostra regione.