Stato giuridico dei docenti: la protesta delle Università
Comunicato stampa della Facoltà di Ingegneria dell'Università di Roma La Sapienza. Comunicato stampa dell'Università de L'Aquila. Documento approvato all'unanimità dal Consiglio di Facoltà di Scienze MM.FF.NN. dell'Università di Lecce
COMUNICATO STAMPA
INGEGNERIA DE "LA SAPIENZA" SI MOBILITA: E' IN GIOCO IL FUTURO SOCIALE E CULTURALE DEL PAESE
Il Consiglio della Facoltà di Ingegneria dell'Università "La Sapienza" di Roma, nella seduta del 21.9.2004, ha deciso all'unanimità di rinviare l'inizio delle lezioni e di interrompere momentaneamente l'attività didattica non già programmata, in segno di protesta e di profonda preoccupazione a seguito dell'accelerazione dell'iter di approvazione del d.d.l. sullo stato giuridico dei docenti universitari.
Facendo propria la posizione espressa dai ricercatori della Facoltà, tutto il corpo docente si è impegnato a non assumere incarichi didattici al di fuori di quelli strettamente previsti dalla normativa. Contestualmente tutti i responsabili della didattica dei diversi corsi di studio hanno rassegnato le loro dimissioni dall'incarico.
Questa posizione è stata presa in linea con quanto già approvato dal Senato Accademico dell'Ateneo in data 9.9.2004, con la mozione della Conferenza dei Presidi delle Facoltà di Ingegneria italiane del 21.1.2004, con il Documento approvato dal Comitato di Presidenza della CRUI in data 15.9.2004, nonché in consonanza con analoghe iniziative intraprese in diversi Atenei italiani. L'iter di discussione del d.d.l., peraltro, non
sembra aver sinora tenuto conto delle riflessioni emerse nel mondo universitario.
La posizione assunta dal corpo docente costituisce un sofferto tentativo di coinvolgere le istituzioni e la comunità civile nel dibattito sulla ricerca e sulla formazione, nella convinzione che i previsti interventi legislativi non siano adeguati alle attuali esigenze di riforma e innovazione del sistema, ma determinino uno stato di crisi a tutto danno della crescita culturale e dello sviluppo del Paese.
Il Preside, facendosi interprete del comune sentire della Facoltà emerso nel corso del dibattito, ritiene che la legge in discussione introduca elementi disincentivanti l'ingresso di forze giovani nella ricerca universitaria bloccando nei fatti un prossimo necessario ricambio generazionale, soprattutto attraverso una loro forte precarizzazione. La ricerca senza giovani non è possibile e la didattica sarà svuotata di quel necessario legame con la ricerca che rende l'Università unica e insostituibile per il futuro della nostra nazione e dell'Europa.
Criticando anche l'eliminazione della distinzione tra tempo pieno e tempo parziale, esprime la preoccupazione per il rischio di perdere il carattere pubblico dell'Università come luogo della conoscenza critica.
Inoltre stigmatizza l'assoluta mancanza di connessione tra il ddl e la questione centrale del finanziamento dell'università e della ricerca, come
chiaramente sottolineato dalla CRUI.
La Facoltà si impegna a promuovere una approfondita e allargata riflessione sui contenuti di una auspicata riforma, invitando le altre realtà accademiche in Italia, compresi gli studenti e le relative famiglie, a partecipare alla mobilitazione e alla discussione costruttiva e propositiva.
Roma, 21 settembre 2004
Comunicato stampa dell'Università de L'Aquila
I RICERCATORI RINUNCIANO AGLI INCARICHI DI INSEGNAMENTO
DI ORlO: "E' IN GIOCO LA CREDIBILITA' DI TUTTO IL SISTEMA UNIVERSITARIO ITALIANO"
Il Consiglio di Facolta' di Medicina all'unanimita' ha votato il rinvio dell'inizio dell'attivita' didattica all' 11 ottobre in segno di solidarieta' e di sostegno alla protesta dei ricercatori di tutte le Universita' italiane.
In tutte le Universita' italiane si sta estendendo la protesta dei ricercatori contro il disegno di legge delega sullo stato giuridico della docenza universitaria approvato dalla Commissione Cultura della Camera lo scorso 31 luglio. Il Coordinamento nazionale dei ricercatori, riunito ieri a Roma, ha annunciato l'indisponibilita' dei ricercatori delle Universita' italiane a ricoprire incarichi di insegnamento fino a quando il disegno di legge non sara' ritirato o il suo iter parlamentare non sara' formalmente interrotto. La stessa posizione stata assunta dai ricercatori della Facolta' medica aquilana che hanno oggi presentato una mozione al Consiglio di Facolta', che ha espresso all'unanimita' la propria solidarieta' nei loro confronti e ha conseguentemente deciso il rinvio dell'inizio dell'attivita' didattica dal 4 all' 11ottobre.
- La decisione della Facolta' - dichiara il Preside di Orio - e' stata assunta sia come segno concreto di condivisione del merito e del metodo della protesta sia per avere il tempo di riorganizzare l'attivita' didattica in relazione alla rinuncia dei ricercatori a ricoprire gli insegnamenti fin qui svolti. Sia chiaro che oggi tutte le Universita' italiane non possono fare a meno del contributo dei ricercatori.
Qualora a livello politico non si individuassero tempestivamente le strategie piu' opportune per la definitiva e positiva soluzione di tale vertenza, verrebbe seriamente compromesso il normale svolgimento dell'attivita' didattica in tutte le Universita' italiane. E' in gioco infatti la credibilita' stessa del sistema universitario, che sin qui si e' fondato su un'organizzazione che prevede tre fasce docenti e un equilibrio di funzioni e compiti, non modificabile a colpi di leggi delega. Il disegno di legge approvato in Commissione alla Camera invece di indicare chiare strategie di sviluppo e di innovazione, rappresenta un pericoloso arretramento. E in tal senso si sono gia' pronunciate la CRUI e vari Senati Accademici, tra cui quello dell'Aquila.
I punti contestati del disegno di legge sono in particolare: la messa a esaurimento del ruolo dei ricercatori e l'introduzione del titolo di "professore aggiunto" per il quale si prevede tuttavia un'attivita' ancora subalterna; la drastica riduzione del numero dei docenti in ruolo e la previsione di un lungo precariato, che nei fatti allontanera' sempre piu' i giovani dall'intraprendere la carriera universitaria; l'abolizione della distinzione tra tempo pieno e tempo definito, che penalizza inutilmente i bilanci degli atenei e mortifica l'impegno di quanti hanno dedicato e dedicano la massima parte del loro tempo al servizio dell'istituzione universitaria; il blocco delle assunzioni, invece di strategie urgenti per il reclutamento straordinario di docenti per far fronte alle carenze attuali di personale e al grande numero di pensionamenti previsto per i prossimi anni.
21 settembre 2004
Documento approvato all'unanimita` dal Consiglio di Facolta` di Scienze MM.FF.NN. dell'Università di Lecce nella seduta del 21 Settembre 2004
La Facolta` di Scienze, esaminato il Disegno di Legge Delega relativo allo stato giuridico del personale docente, esprime la propria profonda preoccupazione per la pericolosa penalizzazione della ricerca universitaria che si profila, tra l'altro, attraverso l'annullamento della figura del ricercatore e il forte condizionamento dell'attivita` di ricerca da finanziamenti esterni.
La Facolta` fa proprio il documento del Direttivo del coordinamento nazionale Ricercatori Universitari, condividendone pienamente le motivazioni e le richieste.
I docenti di prima e seconda fascia della Facolta` di Scienze, preso atto dell'indisponibilita` dei ricercatori a ricoprire incarichi di insegnamento nei diversi Corsi di Laurea, si impegnano a non subentrare nei suddetti incarichi in appoggio alle forme di lotta adottate dai ricercatori per esprimere la loro forte contrarieta` alla legge.
La Facolta` ritiene inoltre necessario adottare forme incisive di protesta per manifestare la propria contrarieta` al provvedimento e appoggiare le richieste di ritiro della legge. A tal fine, propone al Senato Accademico, anche a sostegno delle azioni di protesta di altri atenei, di rinviare l'inizio dell'anno accademico di quindici giorni per contribuire ad avviare un deciso mutamento di rotta nell'iter legislativo.
Alla fine di questo periodo di tempo, la Facolta` si riserva di valutare se siano maturate le condizioni per una regolare ripresa delle attivita` didattiche.
La Facolta`, convinta che questa azione serva a rafforzare il sistema della ricerca non solo universitaria nel Paese, chiede agli studenti di sostenere la protesta che non intende penalizzarli ma, al contrario, mira a tutelare il loro diritto ad una università altamente formativa.
Sottolinea, infine, che la responsabilità dei disagi legati al mancato regolare avvio dell'anno accademico ricadra` su coloro che non vorranno aprire un serio e costruttivo confronto su queste tematiche.
Lecce, 21 settembre 2004
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