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vari kataweb: Scuola, i sindacati: intesa o stop a esami e scrutini

Statali, slitta a domani il vertice col governo a Palazzo Chigi. L’esecutivo spera di scongiurare lo sciopero del primo giugno. Napolitano segue la vertenza

23/05/2007
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Kataweb

Cgil, Cisl e Uil: «Basta con il festival di annunci e proclami da parte dei vari ministri»

ROMA Slitta di 24 ore, a domani sera alle 21, il vertice governo-sindacati sulla vertenza statali, una vertenza seguita con interesse dal Quirinale. Nel pomeriggio il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha ricevuto il ministro della Funzione pubblica Luigi Nicolais che in seguito è andato a Palazzo Chigi per incontrare il sottosegretario alla Presidenza, Enrico Letta. Ultime limature in vista di un incontro che potrebbe essere decisivo per scongiurare lo sciopero proclamato dai sindacati per il primo giugno. «Siamo pronti alla revoca se le nostre richieste venissero recepite», dicono i rappresentanti degli statali.
Se la situazione generale sembra volgere al sereno nel comparto scuola si riaffacciano vecchie forme di protesta: «Siamo pronti a bloccare esami e scrutini», annunciano Cgil, Cisl e Uil. Ragione: «Basta con il festival degli annunci e dei proclami da parte dei diversi esponenti del governo. Rivendichiamo l’integrale rispetto degli impegni assunti e sottoscritti».
Impegni che in questo caso oltre ad aspetti economici riguardano anche l’assunzione di 50mila precari fra gli insegnanti e 10mila nel personale Ata.
L’incontro governo-sindacati slitta non perché ci siano novità. La ragione è che i segretari di Cgil, Cisl e Uil sono a Siviglia al congresso del sindacato europeo che si conclude domani. Incontro a sera, dunque, con la Cgil che sarà comunque rappresentata da Carlo Podda, Funzione pubblica perché Epifani resterà un giorno in più in Spagna.
Le posizioni di governo e sindacati sembrano farsi più chiare. L’esecutivo punta su due questioni, riforma dell’istituto contrattuale con il passaggio a rinnovi triennali, meritocrazia e competitività applicati anche al settore pubblico per recuperare in efficienza ciò che si dà in busta paga. «Venga premiato chi merita davvero e non tutti», chiedono accorati i giovani dirigenti statali dell’Agdp.
Continua ad essere ottimista Luigi Nicolais, ministro della Funzione pubblica. «C’è una grande volontà da parte di tutti di evitare lo sciopero», dice. Il suo collega del Lavoro, Cesare Damiano, invece insiste sul passaggio a contratti triennali, mentre Paolo Ferrero, ministro della Solidarietà sociale, bolla come «demente» una richiesta di dimissioni per Padoa-Schioppa, titolare dell’Economia riguardo alla destinazione del cosiddetto tesoretto: «Considero demente qualsiasi discorso su dimissioni di ministri. Questa è la compagine di governo e con questa si discute, magari vivacemente. Detto ciò il tesoretto dovrebbe andare per il 25% al risanamento e per il 75% alla spesa sociale. L’impostazione di Padoa-Schioppa è radicalmente sbagliata».
Si esprime in senso positivo anche Fausto Bertinotti, presidente della Camera: «Sempre quando si rinnova un contratto è una buona cosa».
Il nodo del rinnovo triennale dei contratti sarà quello destinato a scaldare il clima dell’incontro. I sindacati ribadiscono che di questa riforma non sono disposti a parlare fino a che non ci sarà la firma sui 101 euro di aumento salariale. «Ora bisogna solo chiudere il contratto aperto e vedere cosa fare per i prossimi imminenti rinnovi. Dopo si vedrà il resto», ribadisce Guglielmo Epifani. Un «dopo» comunque foriero di problemi. «Nel sistema attuale - dice Giorgio Cremaschi, segretario generale dei metalmeccanici Cgil - rinnovare i contratti ogni tre anni finirebbe per ridurre la copertura salariale nazionale rispetto all’inflazione».
Il ministro del Lavoro, Cesare Damiano, invece conferma di essere favorevole alla riforma: «È una proposta che io stesso avanzai a fine anni 90, naturalmente occorre che il sindacato sia d’accordo».
Sindacato nel quale c’è chi avanza il problema della rappresentatività. «Sarebbe davvero grave - dice Pierpaolo Leonardi, coordinatore nazionale dei Cub - se il governo incontrasse solo Cgil, Cisl e Uil per discutere del contratto del pubblico impiego, non potremmo accettarlo».
«Agli statali il contratto si deve rinnovare con criteri analoghi a quelli utilizzati nel settore privato. Gli unici statali che si possono vedere sudare, sono quelli ai quali si è rotto il condizionatore d'aria nel mese di agosto». Così Roberto Calderoli, coordinatore della Lega, in un comizio alla Spezia sul tema del rinnovo del contratto. «Casualmente si viene a sollevare il problema proprio sotto elezioni, e sono certo che qualcosa verrà dato per racimolare qualche voto - dice - c'è da dire che noi avevamo gli scioperi ogni giorno, e qui viene solo minacciato. Con noi scioperavano anche se un piccione finiva sotto una macchina. Ora invece i sindacati sono entrati in catalessi, e non si muovono più, qualunque cosa accada».
Molto probabilmente il vertice dei domani sarà anche l'occasione per sondare la disponibilità di Cgil, Cisl e Uil sulla riforma del modello contrattuale pubblico e per chiarire - come chiedono i sindacati - come effettivamente verrà utilizzato il tesoretto. Sul quale nella maggioranza ci sono ancora dei distinguo. Come sul fronte pensioni, dove la sinistra e i sindacati continuano a chiedere il superamento dello scalone del 2008.


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