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vari kataweb: Precari e assenze, il pugno della Gelmini

«Non assumeremo 200 mila insegnanti». Bocciatura dopo cinquanta giorni persi

03/09/2010
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Kataweb

IL RITORNO A SCUOLA Per il ministro critiche ingiustificate sulla riforma «epocale» dell’istruzione

ANNALISA D’APRILE

ROMA. «Ministro, qui fuori, in piazza Montecitorio, c’è una precaria di Palermo, ha 37 anni, da 14 anni fa supplenze e da quest’anno non ne farà. Non appartiene a sindacati. Vorrebbe parlare con lei. La vuole incontrare?».
Alla stampa che, durante la presentazione della riforma scolastica, si fa portavoce dell’appello di un’insegnante, il ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini risponde: «No, non incontrerò i precari e non è il caso di strumentalizzare il disagio».
L’annuncio della bocciatura se si superano i 50 giorni di assenza, la partenza dei licei musicale e coreutico, l’aggiornamento dei programmi scolastici, in sostanza le novità della riforma, passano in secondo piano.
I cronisti insistono ricordando al ministro che nelle piazze di diverse città italiane molti docenti precari stanno facendo lo sciopero della fame.
«Protestano senza ancora essere stati esclusi - ribatte la ministra - Una protesta legittima ma non motivata. Non si tratta di persone che sono state licenziate, presumono di non avere un posto di lavoro, ma il ministero non ha ancora completato le operazioni. Vedremo quanti precari risponderanno positivamente agli accordi regionali, se poi preferiscono l’indennità di disoccupazione....».
E poi scarica il barile del precariato sui governi precedenti. «Abbiamo ereditato un numero di precari spaventoso, posti di cui la scuola non aveva bisogno e qui la politica del passato deve fare autocritica». La Gelmini sottolinea che nel numero dei precari finiscono anche quelli che «hanno fatto una sola supplenza». E con decisione ribadisce che «nessun governo può assorbire 229mila precari» a fronte dei 700mila insegnanti già impegnati, un «numero più che sufficiente al bisogno del Paese».
Ma l’atteggiamento della madre della riforma scolastica, che considera il’68 l’orgine del «degrado» della scuola italiana, non piace a sindacati e opposizione. Dura la critica di Mimmo Pantaleo, segretario generale di Flc-Cgil che invita il ministro ad avere più rispetto per chi perde il lavoro ed è disperato. «Ma in quale mondo vive la Gelmini? - aggiunge il sindacalista - Non si può continuare a sostenere che tutto va bene e che le responsabilità sono sempre di altri».
Nel dibattito interviene anche il segretario del Pd Pier Luigi Bersani: «C’è gente precaria nella scuola che dopo 10-12 anni viene mandata a casa. Neanche i padroni delle ferriere fanno quello che stanno facendo Gelmini e Tremonti». Per l’onorevole Silvana Mura, Idv, quella del ministro «passerà alla storia come la dottrina Gelmini», mentre per il senatore Giuseppe Valditara, del Gruppo Fli, bisogna prepensionare per assumere i precari.
La riforma definita «epocale» dal ministro, prevede anche lo studio dell’inglese fino al quinto, anno in cui una materia sarà insegnata in lingua. Nascono inoltre, 20 nuovi istituti tecnici superiori post secondaria; mentre il tempo pieno e gli insegnanti di sostegno sono stati incrementati.
A proposito dei discussi test d’ingresso per le facoltà a numero chiuso, il ministro esclude vengano aboliti, saranno «migliorati» forse già con la riforma universitaria che ad ottobre arriva al vaglio della Camera.


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