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Vari Kataweb: L’università batte cassa

Grido d’allarme del Consiglio nazionale: mancano 279 milioni di euro

16/09/2010
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Kataweb

E sui ricercatori di Bologna la Cgil va all’attacco

ROMA. «L’Ateneo di Bologna deve ritirare l’ultimatum lanciato ai ricercatori anti-Gelmini». Il sindacato nazionale della scuola interviene nella «scelta molto grave» presa dal Rettore dell’Università Alma Mater, Ivano Dionigi, che insieme al senato accademico ha deciso di sostituire i ricercatori che aderiranno al blocco della didattica manifestando, così, contro il disegno di legge del ministro dell’Istruzione.

«La decisione è grave - spiega Mimmo Pantaleo, segretario generale Flc-Cgil - perché intende vanificare la giusta rivendicazione dei ricercatori a tempo indeterminato di non essere messi nel limbo del dimenticatoio e dei precari». Auspicando un dietrofront del rettore, Pantaleo annuncia per i primi giorni di ottobre una mobilitazione nelle università per «contrastare le politiche scellerate del governo».

Immediata la replica di Dionigi: «Non si tratta di ultimatum, ma di una misura necessaria e dovuta di verifica della disponibilità, già annunciata e adottata da altri atenei, volta a garantire i livelli essenziali dell’offerta formativa programmata».

Secondo le indicazioni dell’ultimatum, entro domani alle 13, sul tavolo del rettore deve arrivare una lista con i nomi dei ricercatori disponibili ad insegnare. I ribelli che contestano il ddl restano fuori. E per sostituirli, l’ateneo ricorrerebbe a bandi per professori a contratto.

«Credo sia una procedura inusuale sostituire delle persone che, legittimamente, stanno scioperando» commenta con preoccupazione Guglielmo Epifani, segretario generale della Cgil. «Non va bene questo clima che c’è sullo sciopero in generale - aggiunge -. Si fa uno sciopero in una fabbrica Fiat e ti chiedono i danni, qui a Bologna ti sostituiscono gli scioperanti. Mi pare un processo di regressione su un terreno di libertà».

A conclusione di una giornata fitta di incontri, dall’Alma Mater sono arrivati segnali positivi. «Dopo le affermazioni del rettore - spiega Marco Meloni, responsabile Università e ricerca della segreteria del Pd - tutta la comunità accademica condivide la necessità di dialogo e unità di intenti. È in gioco la qualità del sistema universitario italiano».

Una qualità messa a rischio dall’allarme lanciato dal Consiglio universitario nazionale. Il Cun parla di università al collasso grazie al decreto ministeriale che alleggerisce di circa 279 milioni di euro agli atenei. Per la prima volta infatti, il Fondo di finanziamento ordinario (Ffo), sul quale si basa la vita delle università pubbliche, subisce quest’anno un taglio del 3,72 %, per una disponibilità finale di 7.206 milioni di euro, a fronte dei 7.485 del 2009.

Per il presidente del Cun Andrea Lenzi «il continuo taglio di risorse all’università rende poco credibile la sua sopravvivenza».


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