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vari kataweb: Il governo apre ma lo sciopero non rientra

Le parole distensive dei ministri Nicolais e Fioroni non convincono fino in fondo i sindacati

03/11/2006
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Kataweb

Pubblico impiego: confermato l’emendamento che garantisce i soldi per il contratto

PAOLO ANDRUCCIOLI

Prima la minaccia dello sciopero di tutti gli impiegati pubblici, insegnanti compresi, poi dichiarazioni più distensive, dopo l’intervento in emergenza del ministro per la Funzione pubblica, Luigi Nicolais. Ieri sera, dopo una giornata di tensione sindacale in tutti i settori della pubblica amministrazione, Nicolais è intervenuto direttamente sulla questione più calda, ovvero l’emendamento preparato dal governo per permettere l’applicazione di tutti gli accordi contrattuali con i sindacati: l’emendamento resta confermato.

La minaccia dello sciopero era nata infatti sulle notizie circolate nei giorni scorsi a proposito della volontà di settori della maggioranza di ritirare quell’emendamento alla Finanziaria a causa dei suoi eccessivi costi. Ieri la smentita del ministro Nicolais. L’emendamento - ha detto il ministro della Funzione pubblica - sarà mantenuto e l’accordo con i sindacati rimane invariato. Si allontana dunque la minaccia dello sciopero? Prima di capire quali saranno le reazioni e le decisioni dei sindacati, anche il ministro dell’Istruzione, Fioroni, è sceso in campo per tranquillizzare gli animi: l’emendamento - ha dichiarato Fioroni - sarà confermato e sarà data così la possibilità di sbloccare anche le risorse per la scuola. Anche il sottosegretario all’Economia, Nicola Sartor, ha detto che ora tutti sperano che sull’emendamento che sblocca i contratti si possa alla fine evitare lo sciopero.

Per ora i sindacati rimangono guardinghi, mentre fino a ieri pomeriggio erano tutti scatenati verso la proclamazione dello sciopero. In campo erano infatti scesi tutti i sindacati del pubblico impiego e della scuola, e concrete minacce di sciopero sono arrivate da parte dei medici.

Per quanto riguarda i sindacati degli impiegati pubblici e degli statali, le fermate dal lavoro che erano state annunciate riguardavano praticamente tutti i settori, dalla sanità agli enti locali, dalle agenzie fiscali a tutti gli enti pubblici, passando anche per i dipendenti della presidenza del Consiglio. Sono stati i sindacati di categoria, la funzione pubblica della Cgil, la Cisl-Fp e la Uil pubblica amministrazione a confermare ieri con un comunicato stampa le intenzioni di aprire una fase di scontro con il governo Prodi. «Le ragioni per cui si è arrivati alla decisione di aprire il conflitto - avevano spiegato ieri mattina i sindacati - risiedono nella confusione e indeterminatezza del governo sulla presentazione dell’emendamento che rende esigibili i contratti dei lavoratori del pubblico impiego».

Per quanto riguarda la scuola, le azioni di sciopero potrebbero essere confermate anche a prescindere dalle dichiarazioni di Nicolais. Il segretario del sindacato della scuola della Cgil, Panini, ha confermato ieri che il sindacato ha già avviato le procedure per lo sciopero generale del comparto. Le motivazioni dell’agitazione non sono infatti legate solo alla legge finanziaria, ma alla generale esigenza di riordinare un settore dove esistono ancora molte forme di lavoro precario e a tempo determinato. Panini ha detto che tra l’altro bisogna cancellare la norma che prevede il superamento delle graduatorie permanenti e che bisogna cancellare la norma introdotta durante il governo Berlusconi che impedisce il riconoscimento degli anni di lavoro effettivamente prestati. I sindacati della scuola, e non è solo la Cgil a protestare, criticano anche il governo Prodi per l’insufficienza delle risorse destinate all’autonomia scolastica.

Sul piede di guerra anche altre categorie che hanno a che fare direttamente o indirettamente con i servizi pubblici e i servizi di pubblica utilità. I medici sono pronti a dichiarare sciopero se il governo, oltre a sbloccare la vertenza generale del pubblico impiego, non si deciderà a destinare risorse per il loro contratto. Lo ha dichiarato ieri Giuseppe Garraffo, segretario generale della Cisl medici. «Siamo quasi alla fine del 2006 - ha detto Garraffo - e non si parla ancora neppure di avviare la trattativa per il rinnovo del contratto nazionale, in presenza di una Finanziaria che potrebbe prosciugare tutte le risorse destinate ai medici


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