Varate le Linee guida per l’istruzione tecnica e professionale
A distanza di cinque anni dalla introduzione delle norme contenute nella legge 40 del 2007 (art. 13), volute al tempo dai ministri Fioroni e Bersani ma rimaste sinora sulla carta, si costituiscono sul territorio i Poli tecnico professionali
Lo Stato, le Regioni e le Autonomie locali hanno raggiunto, dopo pochi mesi dall’entrata in vigore dell’articolo 52 della legge n.35/2012 (ex decreto ‘semplificazioni’) un’importante intesa sulla realizzazione delle misure che collegano le filiere formative con le filiere produttive: con un decreto del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, condiviso con il Ministero del lavoro e politiche sociali, il Ministero dello sviluppo economico e il Ministero dell’economia, sono state definite e approvate le linee guida che tracciano la mappa dei collegamenti tra aree economiche e professionali, filiere produttive, cluster tecnologici, aree tecnologiche, ambiti e figure degli I.T.S., gli indirizzi degli istituti tecnici e degli istituti professionali, i diplomi e le qualifiche professionali.
A distanza di cinque anni dalla introduzione delle norme contenute nella legge 40 del 2007 (art. 13), volute al tempo dai ministri Fioroni e Bersani ma rimaste sinora sulla carta, si costituiscono sul territorio i Poli tecnico professionali, come reti tra istituti tecnici e professionali, centri di formazione professionale accreditati e imprese. L’obiettivo è di favorire lo sviluppo della cultura tecnica e scientifica, l’occupazione dei giovani anche attraverso i percorsi in apprendistato e nuovi modelli organizzativi, come le scuole bottega e le piazze dei mestieri, di cui vi sono già alcune positive esperienze pilota in Lombardia e in Piemonte.
Viene rafforzata l’istruzione tecnica superiore, dando più autonomia e ruolo agli Istituti Tecnici Superiori (ITS) quali scuole speciali di tecnologia che devono rispondere a rigorosi standard per l’accesso ai contribuiti del Ministero dell’Istruzione e per il riconoscimento del Diploma di Tecnico Superiore.
Nonostante la situazione di crisi, con la spending review è stato dedicato, a partire dal 2013, un fondo specifico di 14 milioni di euro/anno per consolidare e sviluppare gli ITS, a sostegno della competitività delle imprese anche nei mercati internazionali. Nella fase 2009/2011 sono state già costituite 62 Fondazione ITS che hanno attivato 72 corsi. Si farà a tutti un check up per consolidare e sviluppare quelli che hanno già dimostrato di rispondere alle esigenze del mondo del lavoro e istituirne nuovi. Non ci potrà comunque essere in ciascuna regione più di un istituto tecnico superiore in relazione agli ambiti tecnologici indicati nella mappa.
Con il decreto, oggetto della raggiunta intesa, viene fissata anche la composizione delle commissioni che esamineranno, a partire dal prossimo mese di giugno, gli studenti a conclusione dei percorsi biennali degli istituti tecnici superiori già funzionanti.
Anche il presidente Napolitano, in occasione dell’apertura ufficiale dell’anno scolastico al Quirinale, aveva sottolineato l’importanza delle “misure per collegare l'istruzione agli sbocchi lavorativi, potenziando l'istruzione tecnica e la formazione professionale superiore in relazione alla realtà e potenzialità produttiva del Paese”.
Nella foto: il sottosegretario Elena Ugolini