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Valutazione a tutto tondo, intervista a Elena Ugolini
Sul n. 11 del 10 febbraio de "La Tecnica della Scuola" intervista esclusiva al Sottosegretario al Ministero dell'istruzione. Integrazione fra processi di autovalutazione e di valutazione esterna con indicatori comuni di riferimento. Delicato il tema sulla valutazione dei docenti, vera priorità quella dei dirigenti scolastici. Intanto, occorre impostare diversamente le modalità di reclutamento.
03/02/2012
La Tecnica della Scuola
di Anna Maria Bellesia
Sul tema della valutazione, un filo lega Profumo alla Gelmini: è l’impegno preso con l’Europa dal precedente governo di accrescere l’accountability delle singole scuole sulla base delle prove Invalsi e di valorizzare il ruolo dei docenti, ovvero il “capitale umano”. In questo contesto, autonomia “responsabile” e valutazione vanno insieme.
Ne abbiamo parlato con Elena Ugolini, sottosegretario all’Istruzione, esperta in materia.
> Lo scorso anno, la valutazione degli istituti scolastici è stata oggetto del progetto sperimentale VSQ (Valutazione per lo Sviluppo della Qualità delle scuole) che punta, attraverso la misurazione del miglioramento degli apprendimenti e del valore aggiunto operato dalle scuole, a distribuire incentivi economici e premialità per far scattare meccanismi virtuosi.
Si intende continuare con convinzione su questa strada?
Valutare la scuola solo attraverso una rilevazione esterna, standardizzata degli apprendimenti senza usare altri indicatori e senza “andare a vedere sul campo”, potrebbe essere fuorviante. Per questo la sperimentazione VSQ, di cui vedremo i risultati solo fra due anni, può essere importante. Personalmente non credo che il calcolo del valore aggiunto che una scuola può dare in termini di miglioramento dei livelli di apprendimento dei suoi studenti, possa risolversi con un algoritmo. Il cuore della scuola è l’educazione, il rapporto che si può stabilire tra docenti e studenti all’interno delle migliaia di ore che contraddistinguono il percorso scolastico dei nostri figli, ed il suo valore aggiunto non può prescindere dall’esito nei livelli di scuola successivi, dall’inserimento nel mondo del lavoro, dal percorso fatto tenendo conto delle diverse condizioni socio economiche e famigliari e di contesto di partenza.Le migliori esperienze che abbiamo a livello internazionale vedono unacontinua integrazione fra processi di autovalutazione e di valutazione esterna.
La valutazione esterna senza un collegamento con la valutazione interna diventa un’azione di mero controllo che le scuole accettano con difficoltà, ma all’opposto la sola valutazione interna, senza indicatori comuni di riferimento e risultati attesi, rischia di essere un’operazione autoreferenziale. |