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Valore Scuola-Verso un programma per la Conoscenza-di Enrico Panini

Verso un programma per la Conoscenza di Enrico Panini Avvertiamo in tanti l'urgenza di definire una proposta di programma sulla conoscenza da offrire alla discussione del Paese ed alla riflessio...

10/10/2004
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Verso un programma per la Conoscenza
di Enrico Panini

Avvertiamo in tanti l'urgenza di definire una proposta di programma sulla conoscenza da offrire alla discussione del Paese ed alla riflessione delle forze politiche che si candidano a cambiare la guida del governo con le prossime elezioni.
Mentre la lotta e l'iniziativa contro i provvedimenti del Ministro Moratti vanno avanti e devono intensificarsi, occorre cominciare a costruire in positivo un'idea diversa per la conoscenza. La nostra organizzazione, la Cgil, è per l'abrogazione delle norme varate da questo Governo per la scuola, l'università e la ricerca perché le ritiene inemendabili per le scelte di fondo che le caratterizzano. In particolare, è inaccettabile la loro trasformazione da un lato in merci, dall'altro in luoghi chiamati a sancire le differenze sociali piuttosto che a contribuire a superarle.
La richiesta dell'abrogazione deve essere accompagnato da una proposta in positivo la cui discussione deve cominciare ora.
Siamo convinti che nessuna ingegneria sia più possibile, ma che serva un coinvolgimento vero delle persone, dei lavoratori, della società nella costruzione del programma.
E' un'urgenza per tutto il centrosinistra, lo è, nella nostra autonomia, sicuramente per noi. Intervenire sulla conoscenza significa mettere in campo di fatto una grande riforma sociale, per questo il metodo con i quale si costruiscono gli obiettivi è importante tanto quanto il merito delle richieste. E per quanto riguarda il metodo riteniamo che la discussione debba avviarsi rapidamente e che debba porsi l'obiettivo, a partire da un nucleo di proposte essenziali, di avviare un grande laboratorio di idee nel quale coinvolgere, discutere, definire.
I punti dai quali partire a nostro avviso possono essere individuati nei seguenti.

Bisogna individuare obiettivi essenziali e chiari. Oggi non ci sono le condizioni per rifare una riforma complessiva. Non ci sono perché la situazione generale è in tale forte evoluzione da rendere ben presto superato ogni approccio globale che ha bisogno almeno di un decennio per affermarsi. La capacità di individuare obiettivi in grado di realizzare effetti sull'intero sistema diventa quindi fondamentale.
Sulla conoscenza bisogna investire, tanto e comunque. Quando cambierà il Governo la situazione economica che erediteremo risulterà di gran lunga peggiore di ciò che ognuno di noi può stimare. In quel momento dovrà essere chiaro che, di fronte a tante priorità, investire in conoscenza rappresenterà una scelta di fondo, non mediabile e non rinviabile.
Costruire la cittadinanza europea della conoscenza. C'è grande ritardo nei movimenti e nel sindacato in Europa nell'assumere e nel praticare questo obiettivo. Gli Stati continuano a considerare i nostri settori, in particolare la scuola, come risorse da mettere in comune solo sul piano generale. Noi siamo convinti che occorra andare molto oltre perché solo uno straordinario investimento nello spazio europeo della conoscenza può attribuire ai Paesi membri un ruolo positivo e visibile, autonomo, nel processo di globalizzazione.
Investire su un mondo di pace e di rispetto dei diritti. Ogni scelta deve misurarsi su questo confine ineliminabile. La tragedia dell'aggressione all'Iraq e ciò che sta accadendo in quel paese ogni giorno, ma la stessa considerazione vale per decine di situazioni delle quali i mass media poco o nulla parlano, rende sempre più urgente che la pace ed il rispetto dei diritti vengano assunti e praticati concretamente. Scuola, università e ricerca possono svolgere, in questo ambito, un ruolo fondamentale. Questo deve diventare il punto di vista dal quale definire priorità rispetto ad obiettivi coerenti con questa scelta.
Credere ed investire nell'intelligenza del lavoro. Se i sistemi della conoscenza hanno continuato a funzionare in questi anni a livelli ancora comparabili con gli altri Paesi è perché milioni di lavoratori ne hanno garantito, con il loro impegno e sacrificio ma anche con la loro competenza, l'attività nonostante che le politiche del Governo andassero in tutt'altra direzione. Nel nostro programma grande spazio deve essere dato alla necessità di riconoscere e valorizzare il lavoro come una risorsa fondamentale.
La qualità è l'obiettivo di fondo. Il termine qualità è ormai abusato. In più occasioni si dichiara di assumerlo come obiettivo ma lo si nega poi nella pratica concreta. Dobbiamo riappropriarci di questo contenuto e costruire obiettivi coerenti che portino al successo scolastico ed universitario migliaia di persone in più delle attuali, che consentano a decine di migliaia di adulti di non essere le vittime predestinate dell'analfabetismo, che mettano la nostra ricerca in grado di valorizzare davvero le tante intelligenze che abbiamo fra i ricercatori.
A partire da questi punti vogliamo discutere e vogliamo farlo in migliaia di occasioni che intendiamo costruire nei prossimi mesi.
Il primo appuntamento è fissato per il 19 ottobre quando la nostra Federazione Lavoratori della Conoscenza e la Cgil, alla presenza di Guglielmo Epifani, presenteranno le prime proposte "verso un programma per la Conoscenza".


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