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Vaccini, appello a Draghi: sospendere i brevetti per salvarci tutti

Diritto alla salute. WTO, 22-30 aprile e 5 maggio ultima spiaggia? Appello del Comitato Italiano Diritto alla Cura, forte dell'adesione di ben 103 organizzazioni: ” Draghi sostenga la sospensione dei brevetti proposta da India e Sudafrica, in gioco la vita di tutti! ”

21/04/2021
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il manifesto

Vaccini, ultima chiamata: al Presidente del Consiglio Mario Draghi si chiede di schierare l’Italia a sostegno della proposta di India e Sud Africa per una moratoria temporanea dei brevetti sui vaccini e sui farmaci anti COVID-19 e di esercitare tutta la sua influenza anche nei confronti della Commissione Europea, affinché si pronunci in tal senso. L’occasione imminente è la riunione del Consiglio TRIPs, previsto per il 22 e il 30 aprile, seguito il 5 maggio, dal Consiglio Generale del WTO: è questo l’oggetto di una lettera inviata a Mario Draghi, a nome del Comitato Italiano Diritto alla Cura da Vittorio Agnoletto, portavoce della Campagna Europea -Right2Cure #NoprofitOnPandemic, www.noprofitonpandemic.eu/it.

Fortissime le preoccupazioni espresse nella lettera: la girandola affannosa dei dati sulle dosi realmente disponibili dimostra che sarà impossibile vaccinare il 70% della popolazione mondiale entro il 2021, per mettere in sicurezza la salute di tutti, anche perché 9 persone su 10 nei Paesi poveri non avranno accesso ai vaccini entro la fine dell’anno. Il virus continuerà a circolare e a mutare, vanificando gli sforzi economici e i sacrifici fatti dalle popolazioni, da quando è cominciata la pandemia. Ma soprattutto significherà milioni di morti, una catastrofe umanitaria. Quindi, solo liberalizzando i brevetti, almeno temporaneamente, sarà possibile assicurare la produzione di vaccini in quantitativi sufficienti a coprire il fabbisogno mondiale: in gioco c’è la vita di tutti e non solo dei popoli del fortunato occidente economico. Per questo è necessario che il Governo italiano si batta, senza tentennamenti, per la sospensione temporanea dei brevetti, evitando di diventare corresponsabile di tale, immenso, ma evitabile disastro.

Al Comitato Italiano hanno aderito ad oggi 103 realtà associative, tra cui le maggiori organizzazioni sindacali, tantissime associazioni nazionali e varie forze politiche, che hanno accolto l’appello di personalità prestigiose del mondo scientifico, del sociale, della cultura e dello spettacolo: memorabile il click day del 7 aprile scorso, in occasione della Giornata Internazionale della Salute, a cui hanno partecipato decine di artisti, personalità di spicco della scienza, della cultura e dello spettacolo.

E’ una richiamo potente e ineludibile che giunge dalla società civile, fortemente preoccupata per la evidente difficoltà delle aziende farmaceutiche, proprietarie dei brevetti, a garantire l’approvvigionamento dei vaccini nei quantitativi necessari e in tempi utili a contenere la pandemia.

Non è in discussione la proprietà intellettuale dei brevetti, ma la sospensione è certamente un passo cruciale e necessario per porre fine alla pandemia, come sostengono in una lettera al Presidente americano Joe Biden 170 personalità, fra cui numerosi premi Nobel ed eminenti personalità della politica e delle istituzioni a livello internazionale. La stessa cosa chiedono oltre 100 Paesi, che hanno accolto o sostenuto la proposta di India e Sud Africa, unitamente ad organizzazioni internazionali come l’OMS, UNAIDS, UNITAID e la “Commissione Africana per i Diritti Umani”. A questi si sono aggiunte 243 ONG di tutto il mondo, che hanno inviato una lettera aperta alla direttrice del WTO Ngozi Okonjo, chiedendole di accettare la proposta di moratoria sui brevetti avanzata da India e Sudafrica.

Si sta sviluppando un movimento articolato e multiforme di valenza mondiale, sottolinea il Comitato, che pone l’urgenza di una sospensione temporanea dei brevetti e l’Italia deve saper fare la sua parte, perchè non può e non deve ripetersi quanto accaduto l’11 marzo scorso, quando il blocco Usa-Ue-Uk-Giappone-Brasile-Canada-Svizzera-Australia e Singapore, ha impedito che venisse approvata la proposta di India e Sud Africa.


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