Si può assumere. Le università hanno ricevuto nei giorni scorsi, con largo anticipo rispetto a quanto avvenuto lo scorso anno, la definizione dei punti organico, l'unità di misura che stabilisce le capacità assunzionali di ogni ateneo. La comunicazione sull'utilizzabilità dei punti organico è giunta a rettori e direttori dal Dipartimento per l'alta formazione e la ricerca del Miur, guidato da Giuseppe Valditara, dopo l'avvenuta registrazione del decreto da parte della Corte dei conti. Il decreto reca tra l'altro la novità di 221 punti aggiuntivi rispetto all'anno precedente, resi possibili dalla legge di Bilancio 2019, che ha deciso il primo incremento dopo 10 anni di limitazioni al turnover.
Ma non è finita: per la prima volta si prevede che la distribuzione sia subordinata all'impegno ad utilizzare tutti o una parte dei punti organico spettanti. Ad oggi infatti vi sono università che utilizzano anche meno del 70% dei punti organico attribuiti. La novità messa a punto dal dipartimento è che quelli non assegnati non andranno persi ma confluiranno in una «banca» a disposizione di altri atenei. Si consente così alle università bisognose di punti aggiuntivi rispetto a quelli spettanti di beneficiare dei punti risparmiati da altri. Una misura che dovrebbe venire incontro alle esigenze delle università in difficoltà, spesso del Sud.
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