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Università, lettori licenziati: non volevano fare i bidelli

Succede a Cassino. Il rettore parla di crisi, i sindacati lo smentiscono: «Ma se è previsto un aumento del personale...»

12/10/2012
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l'Unità

Luciana Cimino

Una intera categoria di lavoratori rimossa, senza giustificato motivo. Succede a Cassino, dove a rischio ci sono i posti di 18 lettori di lingua dell’Università cittadina. Cancellati adesso dall’ateneo e con essi la loro funzione didattica: 9 mila ora di lingua in meno. A giugno hanno ricevuto la lettera che innescava la procedura di licenziamento. Un colpo inaspettato per questi 18 lettori stranieri (vengono da Canada, Francia, Russia, Regno Unito, Germania, Spagna), quasi tutti con più lauree, tutti con famiglia in Italia. Il Rettore, Ciro Attaianese, ha giustificato la rimozione dei lavoratori con «la grave crisi finanziaria in cui versa l’ateneo». «Nessuna crisi», dicono invece i sindacati che mostrano un piano triennale 2012-2014 di programmazione del reclutamento di personale di una università tutt’altro che sofferente: prevede infatti l’aumento di tutte le figure presenti nell’Ateneo e l’ampliamento degli impianti sportivi del Campus Folcara. Proprio qui ieri, durante la cerimonia di inaugurazione (alla quale interveniva pure il Ministro al Turismo Piero Gnudi), i lettori si sono riuniti in sit-in con i sindacati. Da giugno si sono susseguiti tre tavoli, tutti conclusi senza accordo. «Il rettore non era disponibile a sanare», spiega Joelle Casa della Flc – Cgil. Poi la settimana scorsa, alla Regione Lazio, l’ultima offerta: il passaggio per 5 di loro al ruolo di bidello o tecnico. «Un incredibile demansionamento che non possiamo accettare», dice Marie Heléne. Lei ha ottenuto il posto nel 91 e nel frattempo a Cassino si è costruita una famiglia. Come gli altri svolgeva una funzione fondamentale per l’insegnamento delle lingue straniere, non sostituibile con il lavoro del solo docente. Adesso invece l’ateneo considera i lettori «personale che svolge mansioni infungibili». Dunque non ricollocabili. TECNOLOGIA E PERSONE «Ma noi chiediamo di essere messi nei dipartimenti, c’è bisogno di noi anche se è stato chiuso il centro linguistico». Per di più i lettori venivano pagati al di sotto di quanto riconosciuto alla categoria dalla legge. Tant’è che 10 di loro lo scorso anno erano entrati in causa con l’ateneo di Cassino per il risarcimento economico. Adesso al postodella loro funzione Attainese pensa a una piattaforma multimediale e a un possibile aumento dei viaggi Erasmus per gli studenti (mentre la Comunità Europea è restia a rifinanziarli). «L’Università di Cassino ha deciso di abdicare al proprio compito istituzionale e di demandare ad esterni il proprio ruolo di garante dell’offerta formativa, rinunciando alla propria funzione di controllo delle competenze con un aggravio di spese per gli studenti», nota Joelle Casa, «e le nuove tecnologie sono complementari rispetto all’insegnamento linguistico, non alternative: non possono sostituire i lettori». Senza contare che «i nostri studenti che vivono in un territorio in cui la crisi economica sta determinando effetti devastanti, saranno privati di una offerta formativa mentre dovrebbero avere le stesse opportunità dei loro coetanei che frequentano altri atenei». Insomma l’azzeramento dello studio delle lingue è per studenti, lettori e sindacati «segno di un grave calo culturale e formativo dell’Università di Cassino e del Lazio Meridionale». Secondo la Cgil la mossa di Attaianese sarebbe contro legge: «Viola il decreto legge 49 secondo il quale non si può tagliare una intera categoria e viola il contratto perché per azzerarla ci dovrebbeessere un certificato calo di fabbisogno, mentre invece gli studenti continuano a iscriversi». Inoltre i lettori si sono rivolti alla Corte Europea per trattamento discriminatorio. L’ateneo ha risposto con un’altra lettera in cui «come ha fatto Marchionne alla Fiat ci dice che ci continuerà a versare lo stipendio ma non dobbiamo entrare in aula, non possiamo lavorare». «La nostra storia potrebbe diventare un triste precedente per tutto il comparto della conoscenza», commenta Marie Helene, mentre Cgil e Uil chiedono con forza un altro tavolo. ...


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