Università, la ministra Messa: «Servono 50 mila ricercatori», a Milano il centro Eni per l’Innovazione
La ministra Messa, che si prepara a presentare in Parlamento le linee guida del ministero, spiega che «ci saranno tre aree» di intervento.
ll’Università italiana servirebbero almeno altri 50mila ricercatori e per puntare sulla ricerca il nostro Paese dovrebbe alzare gli investimenti - attualmente all’1,4% del Pil - verso il 2,1%, che è la media europea. Lo ha detto la ministra della Ricerca e dell’Università Maria Cristina Messa, che ha partecipato a un evento online per la sigla dell’accordo tra Eni e Politecnico di Milano in merito a un Centro congiunto di Innovazione e Ricerca sulla transazione energetica e sulla neutralità carbonica. L’Italia è al 27esimo posto in Europa per numero di ricercatori e «ne servirebbero almeno 50mila» per adeguare il Paese alla media europea.
Le linee-guida del ministero della Ricerca e dell’Università
La ministra Messa, che si prepara a presentare in Parlamento le linee guida del ministero, spiega che «ci saranno tre aree» di intervento. La prima è «investire sul capitale umano per avvicinarci dall’1,4% del Pil in ricerca di oggi al 2,1% della media europea, perché i ricercatori che devono avere un aumento sia qualitativo che quantitativo dei riconoscimenti». Il secondo è «risolvere la discontinuità e la frammentazione dei progetti e portare il mondo della ricerca e dell’innovazione verso la soluzione delle problematiche e farli lavorare insieme». Il terzo è «rendere competitivo l’intero sistema, favorire lo scambio tra Università ed enti di ricerca pubblici e tra pubblico e privato e la mobilità delle persone in Italia e all’estero per far parlare a tutti la stessa lingua».
Mobilità dei ricercatori pubblico-privato
In riferimento al terzo aspetto, la «spinta alla mobilità» dei ricercatori non solo dei centri pubblici, ma anche compresi quelli dei centri di ricerca privati, «lo scambio fra ricercatori» è possibile anche con l’estero, ha detto Messa. «Sembra una cosa piccola - ha aggiunto - ma è un apporto molto importante e lo possiamo fare adesso».
Descalzi: «Ricerca fondamentale per futuro sostenibile»
«Per immaginarci un futuro positivo per l’ambiente, l’occupazione, la salute e l’educazione è essenziale puntare sulla ricerca e sull’innovazione così come è essenziale avere una catena di trasmissione tra università e industria», ha dichiarato sempre durante l’evento l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi. Il Ceo di Eni ha sottolineato l’importanza dell’applicazione pratica della ricerca: «Abbiamo avuto un time to market nella ricerca scientifica, dalla scoperta alla messa a terra, di tre anni e mezzo, a fronte di tempi medi molto più lunghi, sulla ricerca possiamo parlare anche di un decennio, noi stiamo cercando di accelerare ancora di più». Il Centro realizzato con il Politecnico di Milano «servirà proprio per mettere a terra questi progetti, per fare monitoraggio, per creare nuove figure professionali. Per noi è essenziale anche perché ci siamo presi un impegno importante nell’ultima strategy presentation ovvero di arrivare a una neutralità carbonica al 2050 e raggiungere a inizio 2040 la completa neutralità carbonica in Europa. Tutto questo sviluppo per arrivare a una energia completamente pulita è basato solo sulle tecnologie esistenti».
L’Innovation District
Il Centro si inserisce all’interno del progetto Innovation District del Politecnico di Milano nel «Parco gasometri», un’area abbandonata di 40mila metri quadri alla Bovisa nella periferia Nord di Milano, con un investimento totale di 100 milioni di euro. Sul progetto, che ha già ricevuto nel 2019 un finanziamento da parte di Regione Lombardia. Il progetto sarà completato «in 24 mesi», ha commentato il rettore Ferruccio Resta, che sta già pensando alla «fase 2 insieme ad altre università in Europa».