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Università, l'età media dei docenti cresciuta di 7,8 anni nell'ultimo trentennio

Nel 1983 si prendeva la cattedra a 52,6, nel 2012 a 59,4. In Italia si diventa insegnanti in ateneo all'età in cui un'azienda privata prepensiona un manager

25/03/2014
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la Repubblica

Corrado Zunino

NEGLI ultimi trent'anni l'età media di un professore ordinario di università italiana è cresciuta di 7,8 anni. Nel 1983 si prendeva la cattedra a 52,6, nel 2012 a 59,4. In Italia si diventa insegnanti in ateneo all'età in cui un'azienda privata prepensiona un manager. Solo questo dato, che è il secondo più alto nella storia anagrafica dell'insegnamento accademico (nel 2009 si toccò il primato di 59,7 anni), racconta la crisi dell'alta formazione italiana. Insegnanti vecchi, costretti a una carriera sottostimata per quarant'anni e riconosciuti nel loro ruolo di guide di studenti (un insegnanti ogni 90-110 studenti in Italia, come ricorda il lavoro del professor Paolo Rossi, "Il personale docente: stato giuridico, reclutamento, evoluzione", edito dal Mulino), quando sono ai sessanta. Spompati, spesso demotivati da una carriera mai compiuta, per molti versi e anche per loro precaria.

Il ritmo del pensionamento degli ordinari è ormai stabile ed è stimato per il prossimo quinquennio in 900 docenti l'anno, con un'età media (al congedo) intorno ai settanta anni. L'abolizione del fuori ruolo e i limiti alla concessione del biennio aggiuntivo, riforme recenti, dovrebbero far scendere l'età media dell'addio alla cattedra.

Se scendiamo di categoria, va anche peggio. Nel 1983 un professore associato (quindi di seconda fascia) diventava tale a 44,3 anni. Nel 2012 a 53,4, e questo dato è record. In trent'anni gli "associati" sono invecchiati di quasi
dieci. Tra i ricercatori, la categoria universitaria più maltrattata in assoluto, si è passati da un'età media di 35,9 a una di 45,9. Dieci anni pieni, anche in questo caso è un primato storico. "L'età dei ricercatori è destinata a crescere per effetto della messa a esaurimento", spiega il professor Rossi. I ricercatori universitari trent'anni fa erano 11.988, hanno toccato l'apice nel 2008 (25.581, più del doppio) e conosciuto una lenta contrazione nelle ultime cinque stagioni: oggi sono poco più di 24mila.

Il pensionamento dei ricercatori è stimato, per le prossime cinque stagioni, a quota 400 l'anno, un'età media di 65 anni. E nei prossimi tre anni, grazie alle nuove abilitazioni a docente e al piano straordinario per il reclutamento di professori associati, s'ipotizza un taglio della metà dei ricercatori universitari. Metà ricercatori, ecco, avanti con gli anni. Nelle università italiane ai tempi di Google la trasmissione del sapere accademico e la ricerca di nuovi saperi sono affidate alle mani e alle teste di insegnanti vicini alla terza età, frustrati da un'attesa di riconoscimento ventennale.​


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