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Università e test, il bonus maturità mette in allarme le scuole

I presidi: alcuni scelgono istituti privati per avere

30/04/2013
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Il Mattino
di Salvo Sapio
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Tanti diciottenni del 2013 avranno un’estate da raccontare. Libri, ansie e sogni: le veglie per studiare raddoppieranno, infatti, per chi dovrà sostenere oltre alla maturità anche i test per l’ammissione alle facoltà a numero programmato (Medicina, Odontoiatria, Veterinaria e Architettura).

Tante notti prima degli esami con le angosce e le speranze di chi ha 18 anni e due prove decisive da affrontare. La maturità come trampolino ai test d’ammissione, con il voto di diploma che può pesare tanto per l’ammissione. Un rapido calcolo: il 100 alla maturità varrà 10 punti, lo scorso anno con 40/50 punti si entrava nel gruppo degli eletti. Il massimo alla maturità conterà eccome.

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«Ma quest’anno c’è un altro elemento da tener presente - aggiunge il rettore della Sun Francesco Rossi, docente di Medicina - la graduatoria nazionale è più giusta ma aumenterà i costi per le famiglie. Un ragazzo del sud ammesso in una facoltà del nord peserà inevitabilmente sui propri genitori. D’altro canto è come un investimento sul futuro dei propri figli. Per i test, poi, avere pochi giorni per prepararsi potrebbe essere davvero uno svantaggio». «Anche perchè - aggiunge Gennaro Marino, ex preside della facoltà di Biotecnologia alla Federico II - chi iniziasse a studiare adesso sarebbe già in ritardo rispetto alla complessità dei test che l’aspetta. Penso ai quesiti di chimica: la preparazione nelle scuole superiori non è certo adeguata alle prove che verranno proposte. Ma per prepararsi bene serve tempo e applicazione».


Ma resta una questione di metodo. Il voto alto alla maturità può essere raggiunto più facilmente da chi frequenta un istituto superiore meno severo di altri. «È una possibile disparità - commenta Roberto Vona, docente di Economia alla Federico II - ma può servire a dare importanza alle scuole superiori. I ragazzi che arrivano all’università in questi anni non sono abituati ad impegnarsi e a studiare a fondo e stimolarli con l’obiettivo di un voto alto può essere corretto. Se poi si ritiene che si possa essere disparità allora si potrebbe pensare ad un diverso sistema di valutazione per ottenere il bonus maturità.

Ci sono attualmente i test Invalsi, si potrebbero organizzare a livello nazionale delle prove standard a livello nazionale per gli studenti del quinto anno».
Se il mondo accademico vede comunque favorevolmente i test a luglio e il bonus maturità, sono invece presidi e docenti delle superiori ad avere delle riserve. Con dei casi limite nati proprio per questa riforma. «È successo - racconta Luigi Romano, preside del liceo scientifico «Mercalli» - che alcuni studenti bravi, con una discreta media, si siano ritirati dal nostro istituto per iscriversi a scuole private dove più facilmente potranno raggiungere il massimo dei voti.

È una situazione assurda ma è alimentata dalla logica del bonus maturità per i quiz d’ammissione. In alcune scuole superiori si richiedono prestazioni importanti e, d’altro canto, le famiglie dovrebbero comprendere che è importante un figlio preparato piuttosto che un semplice voto alto». Dallo scientifico al classico la situazione non cambia. «I ragazzi sono molto preoccupati e quello dei voti è un tema molto sentito - conclude Ennio Ferrara, preside del liceo «Umberto» - alcuni genitori mi hanno spiegato che secondo loro i professori dovrebbero tener conto di questo aspetto. Logicamente non è possibile, anche se il voto della maturità peserà di più. I test a luglio, poi, mi lasciano molto perplesso. Si aumenta la pressione e non c’è il tempo necessario per recuperare nozioni utili».

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