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Università. Dottori di ricerca, lavorano quasi tutti a 4 anni dal titolo. Ma è fuga verso l'estero

I dottori di ricerca che vivono all’estero al momento dell’intervista sono il 12,9% (+6 punti rispetto alla edizione del 2009). Gli uomini hanno una maggiore propensione alla mobilità verso l’estero (16,6%) rispetto alle donne (9,6%).

22/01/2015
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Agenzia Dire

ROMA - Nel 2014, a quattro anni dal conseguimento del titolo (2010), lavora il 91,5% dei dottori di ricerca mentre è in cerca di un lavoro il 7%. A sei anni dal conseguimento del titolo (2008) lavora invece il 93,3% (un valore ancora molto elevato e solo in leggera diminuzione rispetto all’edizione precedente) e cerca un lavoro il 5,4%. Permane dunque il vantaggio competitivo associato al dottorato di ricerca.

L’occupazione è elevata in tutte le aree disciplinari, in particolare tra i dottori delle Scienze matematiche e informatiche e dell'Ingegneria industriale e dell'informazione (oltre il 97% lavora a sei anni dal dottorato e oltre il 95% a quattro anni); risulta più bassa tra i dottori delle Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche (intorno all'88% in media).

A sei anni dal conseguimento del titolo, la quota di occupati con un lavoro a termine è pari al 43,7%, mentre raggiunge il 53,1% tra i dottori osservati a quattro anni. Il dato è in crescita rispetto all’indagine precedente, quando era del 35,1% e del 43,7%.

Il 73,4% dei dottori occupati del 2008 e il 74,4% di quelli del 2010 svolgono attività di ricerca e sviluppo. La quota è più bassa tra le donne: 3 su 10 sono impegnate in attività lavorative per nulla connesse alla ricerca.

La soddisfazione generale rispetto all’attività lavorativa è di 7,2 punti su un massimo di 10. Più alta la soddisfazione per l’autonomia e le mansioni svolte, più contenuta quella per le possibilità di carriera e la sicurezza del lavoro. Le donne manifestano livelli di soddisfazione inferiori su tutti gli aspetti.

A sei anni dal conseguimento del titolo, i dottori percepiscono un reddito netto mediano mensile di 1.750 euro; a quattro anni il reddito dei dottori del 2010 è di 1.633 euro.

Le aree disciplinari associate ai redditi più alti sono le Scienze mediche, Scienze fisiche, Ingegneria industriale e dell'informazione, Scienze economiche e statistiche e Scienze giuridiche: a sei anni dal conseguimento del titolo il reddito netto mediano mensile supera i 1.900 euro. Più contenuti (in media tra 1.400 e 1.450 euro) sono invece i redditi dei dottori in Scienze dell’antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche e in Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche.

I dottori di ricerca che vivono all’estero al momento dell’intervista sono il 12,9% (+6 punti rispetto alla edizione del 2009). Gli uomini hanno una maggiore propensione alla mobilità verso l’estero (16,6%) rispetto alle donne (9,6%).

Migrano soprattutto i dottori di ricerca nelle Scienze fisiche (31,5% dei dottori italiani che vivono all’estero) e nelle Scienze matematiche o informatiche (22,4%); molto meno rappresentati tra quelli che vivono all’estero sono invece i dottori in Scienze giuridiche (7,5%) o in Scienze agrarie e veterinarie (8,1%). I Paesi preferiti sono, nell’ordine, Regno Unito (16,3%), Stati Uniti d’America (15,7%), Francia (14,2%).

Il reddito da lavoro percepito da chi vive all’estero è sensibilmente più alto del valore totale (di 750 euro per la coorte del 2008 e 830 euro per la coorte del 2010).


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