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Università bloccata, ferme al cdm le nomine dei vertici del dicastero

All'istruzione la azzolina conferma Boda e chiama Bruschi

04/02/2020
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ItaliaOggi

Alessandra Ricciardi

A quasi un mese dal giuramento al Quirinale del ministro, Gaetano Manfredi, l'Università è ancora bloccata. I vertici del nuovo dicastero nato dallo spacchettamento del Miur risultano a tutt'oggi privi di titolare. Una situazione di stallo che in verità si protrae da mesi. Senza titolare infatti non ci sono solo i due ruoli chiave della macchina, il Segretario generale (di nuova istituzione al posto del capo dipartimento della precedente gestione) e il capo di gabinetto, ma anche la direzione dell'università, per la quale la procedura di nomina del successore di Daniele Livon (passato all'Anvur) non è riuscita ad arrivare in porto, ripartendo da zero a ogni cambio di ministro (Bussetti-Fioramonti-Manfredi).

I decreti di nomina dei ruoli apicali, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, non vedranno la luce neppure questa settimana. Per il segretario generale, che avrà tra l'altro il compito di coordinare le direzioni dell'università, della ricerca e dell'Afam, Manfredi ha proposto a Palazzo Chigi Gerardo Capozza, responsabile dell'ufficio del cerimoniale di stato e per le onorificenze della Presidenza del consiglio dei ministri, dove è cessato con la fine del Conte I. Risulta ancora in attesa dell'autorizzazione del Consiglio di giustizia amministrativa invece la proposta di nomina alla guida del gabinetto di Mario Alberto Di Nezza, magistrato del Tar Lazio, capo ufficio legislativo alla Salute con Beatrice Lorenzin e prima ancora all'Istruzione e università con Francesco Profumo.

Situazione diversa per l'Istruzione. L'ultimo consiglio dei ministri ha approvato la proposta di nomina avanzata dal ministro Lucia Azzolina di Giovanna Boda alla guida del dipartimento delle Programmazione, Risorse umane e finanziarie (confermando la scelta fatta dall'ex ministro Lorenzo Fioramonti) e di Max Bruschi al Dipartimento istruzione. Bruschi, ispettore, una lunga esperienza al Miur (tra l'altro consigliere di Mariastella Gelmini per la riforma dei licei) prende il posto di Carmela Palumbo, che era stata indicata come capo dipartimento da Fioramonti. Un atto di discontinuità, quello della Azzolina, rispetto alla gestione dell'ex collega penstastellato per un dipartimento chiave che dovrà tra l'altro affrontare e risolvere i nodi dei concorsi e del nuovo sistema di abilitazione dei docenti. I decreti riguardanti le nomine di Boda e Bruschi sono all'esame della Corte dei conti per il parere finale.

La Palumbo andrà a ricoprire il posto di direttore generale del Veneto, in un risiko che interessa anche altre direzioni chiave, come quella della Lombardia e del Lazio.


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