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Unitò: Niente furbizie per i rinnovi dei contratti

Gli esecutivi unitari votano la piattaforma per il confronto con l’esecutivo

13/02/2007
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l'Unità

Niente furbizie per i rinnovi dei contratti»

di Felicia Masocco/ Roma

MEGLIO UNITI La trattativa con il governo, l’informazione sui fondi pensione e poi le vertenze locali. Il tempo di preparare un calendario e il sindacato andrà a parlarne nei posti di lavoro. Con assemblee unitarie, perché di unità sindacale c’è un gran bisogno in
questa fase, a sentire i leader di Cgil Cisl e Uil. Per vari motivi. Per Guglielmo Epifani tra i lavoratori «c’è disorientamento», «e noi dobbiamo costruire consenso sulla piattaforma». Uniti è meglio anche davanti al governo e alla Confindustria. Il documento approvato ieri dagli esecutivi unitari (quattro contrari e un astenuto) apre, tra l’altro, agli incentivi fiscali per la contrattazione di secondo livello. Una proposta che chiama in causa direttamente gli industriali che potrebbero approfittarne fin da ora nei rinnovi contrattuali in corso, a cominciare dai metalmeccanici. «Le piattaforme si stanno preparando e non vedo problemi», dice Epifani. «Se Confindustria è pronta ad affrontare bene i temi del secondo livello e senza furbizie, problemi non ci sono».
Uniti, quindi, evitando orgogli identitari. «Non possiamo permetterci di brandire la consultazione dei lavoratori come una clava per spezzare gli equilibri raggiunti», ammonisce il leader Cgil. La piattaforma è frutto di una mediazione certosina tra le posizioni sindacali che pure «si leggono in filigrana». Ma permetterà alle confederazioni di «non farsi mettere nell’angolo», per dirla con Luigi Angeletti convinto che il tentativo sia in atto «perché il sindacato sta diventando un interlocutore scomodo». L’aver trovato una sintesi unitaria consente ai sindacati anche l’ambizione di fare da argine a quella che Raffaele Bonanni ha chiamato «frammentazione sociale e politica»: l’iniziativa di Cgil, Cisl e Uil «è un antidoto «alle spinte disgregatrici», spiega. Il leader della Cisl la chiama «sfida», il governo deve «ricomporsi», altrimenti sarà ben difficile aprire un negoziato. Quanto al merito, Bonanni ha sgomberato il campo dagli equivoci sorti sulla scia di alcune sue battute sulle pensioni. «I sindacati vogliono che venga superato lo scalone» e «sono per ripristinare la flessibilità dell’età pensionabile nel sistema contributivo». «Non può esserci nessuno scambio con la modifica dei coefficienti di calcolo».
Oltre alle assemblee, la consultazione dei lavoratori prevede il voto sulle ipotesi eventualmente maturate ai tavoli. Si seguirà cioè il metodo già usato nel 1995 per la riforma Dini. Non è d’accordo Rete 28 aprile (sinistra Cgil) che ieri ha votato contro: «Si tratta di un testo a maglie larghe e noi andremo al tavolo senza un mandato dei lavoratori», è la contestazione del leader della rete, Giorgio Cremaschi il quale non condivide neanche il «superamento» dello scalone «perché apre la via agli “scalini”», e il giudizio positivo sulla Finanziaria. Una valutazione, questa che che lo accomuna ad Antonino Regazzi, segretario della Uilm, metalmeccanici Uil, che infatti si è astenuto.


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