UnitàEpifani: "Scuola e ricerca a pezzi, l'Italia affonda"
segretario della Cgil all'università di Roma: "Precipitiamo in competitività: abrogare le riforme Moratti per rilanciare il Paese" Epifani: "Scuola e ricerca a pezzi, l'Italia affonda" Robe...
segretario della Cgil all'università di Roma: "Precipitiamo in competitività: abrogare le riforme Moratti per rilanciare il Paese"
Epifani: "Scuola e ricerca a pezzi, l'Italia affonda"
Roberto Monteforte
ROMA La politica torna all'università, la scuola è attraversata dalla protesta, il mondo della ricerca è in agitazione: sono l'effetto delle scelte sciagurate di questo governo. "Scuola, formazione, università e ricerca non sono parti separate, ma pezzi di un unico sistema che deve avere riferimenti certi, visti come parti separate, tutte in sofferenza, compongono un sistema in dissoluzione". Il giudizio è del segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani che concludendo i lavori della Federazione lavoratori della Conoscenza tenutisi nell'Aula Magna dell'università La Sapienza, rinnova la sua ferma critica alla manovra economica del governo. Con una sottolineatura: "Fino a qualche anno fa formazione e conoscenza erano un aspetto importante della competitività e della cittadinanza, oggi rappresentano il fattore decisivo per garantire competitività e diritto di cittadinanza". Ecco una delle ragioni della ferma opposizione della Cgil: la mobilità sociale dal basso verso l'alto è assicurata solo dalla formazione e dalla conoscenza, e questo significa porre nuovi termini per realizzare il diritto all'uguaglianza. L'altra è fermare il processo di declino del nostro paese. Lo dicono i dati che il Governo preferisce tacere. Il 2004 è l'anno di maggiore crescita degli ultimi venti anni a livello mondiale; ma in Italia nessuno se ne è accorto, il nostro paese è rimasto fermo. Ferme le esportazioni, ferma la competitività. Siamo scivolati al 47^ posto nella graduatoria mondiale della competitività e i paesi ai primi posti hanno spese più elevate,tasse maggiori, un mercato del lavoro più rigido del nostro. All'estero vendiamo meno della Germania. "Per invertire questo processo dobbiamo trasformare il nostro sistema produttivo, fornire beni e servizi in grado di essere collocati sul mercato internazionale".
Questa è la precisa e preoccupata denuncia di Epifani e per questo è ancora più urgente investire nella scuola, nella università e nella ricerca. "Lo stato in cui vivono questi settori sono lo specchio della crisi del Paese - afferma -. Noi lavoriamo invece perché diventino il motore del cambiamento".
Ieri alla Sapienza, la Cgil ha presentato il suo "programma per la conoscenza". Proposte concrete per ricostruire insieme a studenti, ricercatori, docenti, rettori e famiglie, protagonisti della protesta di questi giorni, un'alternativa alle scelte disastrose del governo Berlusconi che taglia risorse all'università e rende più precarie le condizioni di vita dei ricercatori. Sono punti offerti al confronto con le altre organizzazioni sindacali, con le forze sociali, con il mondo della cultura, con i partiti di opposizione. Nella sua relazione il segretario della Flc-Cgil, Enrico Panini ha spiegato perché sono inaccettabili le politiche di questo Governo che "riscrivono la storia di scuola, università e ricerca trasformandoli da luoghi in cui si dovrebbero superare le disuguaglianze e favorire il progresso a luoghi che affidano la regolazione dei diritti al mercato". Per questo - ha affermato "non sono possibili mediazioni sui provvedimenti del ministro Moratti. Vanno abrogati". Ma non vi è il rischio di un vuoto, il sindacalista indica proposte precise: aumentare di 2 punti la percentuale del Pil investita nella scuola, portandola al 6%; attuare un piano nazionale per il diritto allo studio che riconosca alle famiglie un contributo economico crescente, in relazione al reddito e alla durata degli studi; innalzare l'obbligo scolastico a 18 anni; incrementare di almeno 20.000 unità l'attuale dotazione di ricercatori, la più bassa d'Europa; infine, triplicare il numero di laureati.
Intanto la mobilitazione è in corso. Il 15 novembre si sciopera in tutte le scuole d'Italia. Negli atenei continua la mobilitazione contro il decreto sullo stato giuridico dei docenti. Sullo sfondo vi è anche la possibilità di uno sciopero generale contro la Finanziaria. "Quanto tutto sarà chiarito unitariamente verranno comunicate le cose che abbiamo deciso di fare" ha affermato ieri Epifani. L'obiettivo è quello di far cambiare la manovra del governo. "Questo governo - commenta il leader della Cgil - non ne azzecca una. Provasse almeno una volta ad ascoltare un nostro suggerimento: farebbe bene al paese, ed anche a se stesso".