Unità: «Vogliono fare un deserto e lo chiamano futuro»
Il ritorno dell’Onda
Torna in piazza l’Onda. Accanto ai sindacati del pubblico impiego anche gli studenti hanno organizzato cortei nelle cittò di Roma,Milano, Napoli e Torino.«Vogliono fare un deserto e lo chiamano futuro» era lo striscione dietro al quale sono sfilati studenti universitari e medi, ricercatori e docenti precari. Nella capitale, all’altezza del ministero dell’Economia, ci sono stati scontri con le polizia con una decina di studenti feriti. Il segretario generale della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo, ha giudicato «un fatto gravissimo» quanto accaduto: «Hanno dato manganellate agli studenti, è un fatto gravissimo come lo è quello di aver impedito agli studenti di andare al ministero dell'Università ». Di diverso avviso il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini: «I centri sociali strumentalizzano gli studenti». Solidarietà agli studenti è venuta anche da Paolo Ferrero (Prc), da esponenti di Pdc e di Sinistra e Libertà. Pantaleo ha ribadito le ragioni dello sciopero ricordando la necessità di maggiori risorse per i contratti, per stabilizzare i precari e per il sistema della formazione in generale. «Si sono tagliati 8 miliardi per la scuola e 1,5 per l’università. Questo peggiora la qualità del sistema formativo ». «Noi abbiamo il coraggio di cambiare, siamo convinti dell’esigenza delle riforme della scuola, dell’università e della ricerca ma ad una condizione: che si tratti effettivamente di una riforma non condizionata dai tagli. Al ministro chiediamo di effettuare un monitoraggio attento di tutto quanto è stato fatto in questi ultimi mesi: alla fine - ha aggiunto Pantaleo - potremo valutare insieme se c'è stato un miglioramento o meno». La Flc Cgil ha chiesto anche la stabilizzazione dei precari, «che sono tanti e che finora hanno garantito qualità. Adesso li si butta fuori, impoverendo il settore e gettando tanti ragazzi e ragazze nelle disperazione. Senza di loro - ha spiegato Pantaleo - non si crea un sistema di conoscenza di qualità e non si garantisce il ricambio generazionale