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Unità: «Vogliono alzare la tensione in vista del 25 ottobre»

FULCO LANCHESTER Docente di diritto costituzionale a La Sapienza: gli atenei hanno bisogno di risorse, non di polizia

23/10/2008
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l'Unità

/ Roma

«Non vedo motivo di un intervento della polizia. La politica vuole alzare la tensione in vista del 25 ottobre, ma l’università ha problemi reali». Fulco Lanchester, docente di diritto costituzionale italiano e comparato alla Sapienza, è stato per nove anni preside di Scienze Politiche.

Le parole di Berlusconi hanno cambiato segno alla giornata?

«Come al solito l’università è usata dal ceto politico perché il 25 ottobre è una data topica e si alza la tensione. Ma noi abbiamo problemi che necessitano interventi concreti, non delle forze dell’ordine».

Vede motivo per chiamare la polizia?

«La decisione dipende dal ministro dell’Interno. Serve l’autorizzazione del rettore per l’ingresso nella città universitaria. Io non ne vedo la necessità. Conosco tutti i ragazzi, anche quelli del collettivo, e in passato ho litigato con loro. Questa però mi sembra una protesta civile su problemi veri».

Dove incideranno i tagli?

«Si dimentica che università è una comunità, il brodo è quello della famiglia e della società civile. I problemi coinvolgono docenti e personale amministrativo: non è poca cosa quello che accade».

Che percentuale di studenti protesta?

«I numeri sono quelli che vede (qualche migliaio, ndr) su 145mila. Un’élite».

Hanno ragione o torto a occupare?

«Ritengo che debbano coesistere la garanzia del diritto al dissenso e quello di continuare la didattica. Nel merito si sono espressi il Senato Accademico e la Crui: qualche motivo ci sarà».

Sembra che lei capisca, se non condivida, le loro ragioni.

«Noi professori dobbiamo essere responsabili. Potremmo essere accusati di non voler lavorare mentre siamo qui per poterlo fare. Chiariamoci: non per mantenere il posto di lavoro, non mi importa guadagnare poco perché il mestiere mi piace. Ma se non posso fare ricerca mi sento frustrato, quando entro in libreria mi sento povero, quando le biblioteche storiche della Sapienza muoiono mi arrabbio».

f. fan.


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