Unità: Università, test con il trucco, Mussi: «Nulli quelli di Catanzaro»
A Bari escluso chi ha imbrogliato. Il ministro: «Non potevamo azzerare tutto era ingiusto per chi li aveva passati. Cacceremo i docenti complici»
di Massimo Franchi / Roma
ANNULLAMENTO a Catanzaro, esclusioni a Bari, un’inchiesta a Messina. E per il futuro, garanzia della riservatezza dei dati e nuove norme su numero chiuso. Sui test d’ammissione alle facoltà di medicina il ministro dell’Università Fabio Mussi ha deciso la li-
nea dura. Sentito il parere dell’Avvocatura dello Stato, Mussi ha dettato la linea. Non potendo annullare tutti i test ha chiesto per lettera al rettore di Catanzaro di ripetere la prova e Francesco Saverio Costanzo si è subito adeguato, annullando i test anche delle facoltà di odontoiatria e veterinaria, «concordando con il ministero come e quando ripetere i test».
«Il ministro non ha il potere di annullare gli esami a livello nazionale - ha spiegato Mussi - questo potere però lo hanno i singoli rettori. In più questa ipotesi avrebbe voluto dire violare il diritto di chi aveva fatto gli esami regolarmente. Bisogna colpire gli abusi non colpire tutti: quindi ho proposto a Catanzaro di rifare la procedura e a Bari di escludere gli studenti che appoggiandosi ad una associazione criminale hanno comprato le risposte giuste». Ma Mussi è andato oltre: «Se i professori hanno organizzato la truffa dei test non avrò pace finché non li vedrò cacciati dall’università».
Per Mussi «è bene che gli scandali vengano alla luce e gli scandali vengono alla luce perché questo governo e questo ministero hanno posto la questione morale e della trasparenza al centro», ha precisato il ministro ringraziando i due rettori delle università di Bari, Corrado Petrocelli, e Catanzaro, Costanzo, perché «grazie alla loro denuncia abbiamo potuto avere notizie di reati, prove truccate o alterate».
Discorso diverso per Messina. Dai risultati risulta «un’anomalia statistica». «Invierò gli atti alla Procura perché indaghi: quando in una sola università il numero di prove corrette, con circa 70-60 risposte corrette su 80, supera la metà dei risultati analoghi su scala nazionale, c’è qualcosa che non va». E assicura «in caso di irregolarità saranno presi provvedimenti». In questo caso il ministro sa che le indagini dovranno essere svolte con velocità: «gli accertamenti devono essere rapidi, lo so che c'è un problema di tempestività, ma l’anno accademico partirà regolarmente», conclude. Più in generale per il ministro dell’Università «occorre rivedere il sistema delle regole di ammissione alle facoltà universitarie e i metodi di selezione. Certi numeri chiusi sembra che proteggano più delle corporazioni che non il fabbisogno. Bisogna verificare questi standard. Mi riprometto - ha sottolineato Mussi - con un decreto dei requisiti minimi che sarà di prossima emissione, di portare nella potestà del ministro l’autorizzazione al numero programmato fuori dai confini delle leggi comunitarie». A chi critica (Unione degli Universitari e destra) la decisione di non annullare tutti i test, Mussi risponde carte alla mano. «L’Avvocatura sostiene e io concordo - ha spiegato il ministro - che sia legittimo un concorso con 78 test corretti su 80». Poi ha ricordato come nel 2000 venne annullato un quiz e quindi il concorso si fece con 79 quesiti su 80 e nel 2005 venne riconosciuto buono anche un quiz che aveva due risposte giuste. «Ora è chiaro - ha aggiunto - che gli errori non si devono commettere, ma quel che è successo non può inficiare la validità del concorso nazionale».
A disposizione all’ateneo di Catanzaro ci sono ancora: 70 posti per medicina, 10 per odontoiatria e 22 per veterinaria. Alcune migliaia le domande per partecipare. A pagare dunque sono soprattutto i ragazzi che a Catanzaro hanno superato il test in modo corretto. Dovranno superarlo ancora, ma questa volta non avranno la concorrenza scorretta di chi sapeva le risposte prima.