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Unità-Università:Riforma Moratti, coro di no la boccia anche senatore forzista

Affollato dibattito a Roma Tre sulle risorse per l'università L'esponente forzista: "Condivisibili le ragioni della protesta" Riforma Moratti, coro di no la boccia anche senatore forzista di E...

09/11/2004
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l'Unità

Affollato dibattito a Roma Tre sulle risorse per l'università
L'esponente forzista: "Condivisibili le ragioni della protesta"
Riforma Moratti, coro di no la boccia anche senatore forzista

di EMANUELA LANCIANESE

L'università Roma Tre
ROMA - Docenti, ricercatori, studenti uniti ancora una volta contro il disegno di legge Moratti. Nell'Aula Magna dell'Università Roma Tre le 700 persone che hanno preso parte al confronto sul tema "L'Università risorse per lo sviluppo: quali risorse per l'Università?" hanno ascoltato lo stesso senatore di Forza Italia, Franco Asciutti, Presidente della VII Commissione (Istruzione) del Senato contestare la riforma: "Il disegno di legge Moratti - ha detto il parlamentare - è nei contenuti lo tesso testo che l'Aula discusse quando ero all'opposizione". Asciutti ha aggiunto che le ragioni della contestazione sono "condivisibili" e ha assicurato che vigilerà "contro qualsiasi norma che riproponga il blocco delle assunzioni nella ricerca" in sede di approvazione della Finanziaria.

Il suo antagonista, il senatore Ds Luciano Modica, della stessa commissione senatoriale, ha dal canto suo annunciato la presentazione il 20 novembre prossimo, nella stessa Aula Magna della Facoltà di Lettere di Roma Tre, di un documento contenente ulteriori controproposte della sinistra e dei docenti al testo della Moratti e aperto alla firma del pubblico sul sito bur.it, volto a "fronteggiare la precarietà del mondo della ricerca con un nuovo statuto dei docenti e a difendere i meno abbienti".

Precarizzazione del lavoro, sottodimensionamento, crisi del mondo accademico sono del resto il comune denominatore del dibattito che si sta svolgendo in questi mesi non solo nella terza università romana, seconda per numero di iscritti (38.000), ma in tutta l'università italiana. Secondo Marco Broccati, vice segretario nazionale Flc (Federazione Lavoratori Conoscenza) "il testo di riforma slitterà, slitterà fino a che non cadrà nel dimenticatoio, come è successo per la riforma dell'articolo 18 ma è chiaro che il governo non lo ritirerà di proposito".

Un testo ancora una volta nel mirino delle critiche dei ricercatori, questa volta della università romana ultima nata, 12 anni fa (mentre la Sapienza ha 700 anni di vita), che è considerata la più vivibile per numero di professori rispetto agli studenti. "Un rapporto pari a un professore ogni 36 allievi", precisa il rettore Guido Fabiani, che è anche membro del Consorzio dei Rettori Universitari, "ma è una proporzione insufficiente se in Francia questo rapporto è uno ogni 18 e se in Europa la media è di 5,4 lavoratori della ricerca ogni mille occupati mentre in Italia il dato scende a 2,8".

Uno stato di cose dall'equilibrio fragile anche per la carenza di finanziamenti che hanno indotto il rettore Fabiani a minacciare di sospendere l'avvio delle lauree specialistiche, previsto a Roma Tre tra dicembre e gennaio, se non potrà regolarizzare la posizione dei cento ricercatori che sono diventati per concorso professori associati, ma che tuttora non sono stipendiati e inseriti regolarmente in contratto. Una situazione creata dal blocco delle assunzioni contenuto nelle due precedenti Finanziarie che mette complessivamente sulla stessa orribile barca 1080 ricercatori e 3.500 tra docenti e non docenti.

Maria Talamona, docente di I fascia di Storia Contemporanea alla Facoltà di Architettura è una di questi docenti "precari" e guadagna 6.000 euro all'anno per un impegno di 120 ore di lezione, il tutto dopo aver vinto un concorso di livello superiore con gli stessi obblighi di un docente ordinario: esami, ricevimento studenti, correzione di tesi e tesine, ma senza la stessa sicurezza del posto di lavoro e dello stipendio. "Me ne hanno proposto un altro sempre di 120 ore - dice - ma ho rifiutato perché questa volta era addirittura a rimborso zero. Gratis".

Naturalmente mancano i fondi un po' per tutto, infrastrutture, logistica , ma per il personale in particolare la situazione è grave. "Roma Tre ha perso 250 milioni di euro in quattro anni - spiega ancora Fabiani - ovvero 950 milioni di euro sono la cifra spesa per l'adeguamento contrattuale a fronte di un rifinanziamento statale solo di 700 milioni".

Per questo il mondo accademico chiede per le Università italiano un incremento del 10% del Fondo di funzionamento ordinario. "Almeno potremo godere di un'aula tutta nostra per le lezioni di biologia", spera Raffaella Garione studentessa alla facoltà di Scienze di Roma Tre, mentre gli studenti della rete universitaria dei movimenti (R. U. M) chiedono che sia portata almeno al livello dello scorso anno la soglia minima di reddito stabilita dalla Regione per usufruire di borse di studio e dall'esonero delle tasse.

(5 novembre 2004)


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