FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3854021
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Unità: Università, rabbia e Sapienza

Unità: Università, rabbia e Sapienza

Facoltà occupata, dilaga la protesta

17/10/2008
Decrease text size Increase text size
l'Unità

di Eduardo Di Blasi / Roma

All’inizio sono una piramide umana impilata lungo le scale che portano al Rettorato della Sapienza. Dietro la statua della Minerva, in un’assemblea di migliaia di persone che un’aula non può contenere, si alternano le loro voci. Parla anche il pro rettore Luigi Frati. Parole pesate una per una davanti a quella platea attenta e rumorosa che gli organizzatori stimano in diecimila persone. Parla dell’idea delle fondazioni bancarie nelle università come di uno «scenario cretino» il pro rettore, degli atenei italiani che hanno perso quel ruolo di «ascensori sociali», di meritocrazia ed equal opportunities, dei tagli che lui stesso farà «ma in funzione degli studenti» (dirà dopo: «Se io devo fare un corso di carciofologia solo perché ho un professore specialista di carciofologia, allora io il corso lo cancello. Dobbiamo lasciare gli insegnamenti utili agli studenti, non quelli utili ai professori. E certo non si possono tagliare i fondi in modo orizzontale come fa il governo»). Dice, infine, quello che ci aspettava: è contrario al blocco della didattica proposto dalle assemblee di facoltà. Lo giudica un metodo inadeguato. «Dobbiamo riconciliare l’università con il Paese. Se non facciamo questo il Paese penserà sempre che sia giusto tagliare le risorse che ci vengono date».

Resta comunque un no alla proposta, che la folla interpreta come il via libera alla mobilitazione. In pochi minuti è già pronto il corteo: direzione via XX settembre, ministero dell’Economia. Al grido di «Stiamo arrivando! Tremonti stiamo arrivando!», il serpentone si muove in direzione di largo Aldo Moro. In testa le avanguardie dei collettivi, più politicizzati, nel mezzo e in coda gli studenti e i dottorandi di Chimica, Fisica e Matematica, quasi emozionati di trovarsi nel mezzo di una città a far valere le proprie idee. Il corteo attraversa viale Castro Pretorio in direzione di Porta Pia, poi piega per via XX settembre. Sono le due del pomeriggio quando davanti alla sede del governo si alza fortissimo il grido «Noi la crisi non la paghiamo!», slogan della protesta romana. Volano anche «buu», fischi e quattro uova contro il portone. Niente di più. A quel punto si deve decidere ancora se chiuderla lì o portare la protesta nel cuore della città. Si chiede alle forze dell’ordine di poter andare al Parlamento, poi a Termini, infine ci si mette d’accordo per tornare all’università da piazza della Repubblica. Ma è proprio all’uscita della piazza che, approfittando della risicata presenza di forze di polizia, il gruppo inizia a correre in direzione della stazione Termini. Corrono con il fiatone continuando a scandire lo slogan: «Noi la crisi non la vogliamo» e a battere le mani. Occupano prima il binario 5 (mollato poco dopo per l’arrivo dell’eurostar da Milano), poi i due contigui. Si guardano negli occhi quasi increduli d’averlo fatto sul serio. Poi tornano indietro con un nuovo slogan: «Se ci bloccano il futuro noi blocchiamo la città! La città! La città! Se ci bloccano il futuro noi blocchiamo la città!». Si avviano per via Marsala. Qualcuno, da sopra gli uffici delle ferrovie, applaude ricambiato (le due grandi ovazioni di giornata del corteo sono state proprio davanti alla sede delle Ferrovie dove un dipendente ha salutato con il pugno chiuso, e davanti al ministero dell’Economia, quando da una finestra un impiegato ha calato la bandiera rossa dei Cobas). Tornano alla Sapienza dove le assemblee sanciranno l’inizio delle occupazioni di Lettere e Fisica. La didattica sarà garantita ma il luogo servirà anche per preparare lo spezzone per il corteo dei sindacati di base che oggi sfilerà per Roma (il corteo degli studenti partirà dalla Sapienza).

In fermento da Nord a Sud le università del Paese. Mentre a Verona la facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali ha bloccato la didattica per l’intero mese di ottobre, a Milano si è provato ad operare un blocco stradale, a Napoli è stata organizzata una raccolta di firme da consegnare a Berlusconi quando tornerà a Napoli. Assemblee permanenti a Palermo, lezioni in strada a Firenze. Mentre Manuela Ghizzoni, capogruppo del Pd nella Commissione Cultura della Camera annota un nuovo taglio in finanziaria: «Il diritto allo studio subisce un taglio di ben 65 milioni di euro sui 152 previsti, di cui 40 sottratti al fondo per la concessione di prestiti d’onore e l’erogazione delle borse di studio e 12 per gli alloggi e le residenze universitarie».


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL